Nella sentenza del processo d’appello sul patto tra calabresi e siciliani per attaccare lo Stato, i giudici evidenziano le parole di Pino Scriva sulle presunte protezioni di cui avrebbe goduto Rocco Filippone: «Poteva dormire sonni tranquilli»
Argomento: STRAGI
Nelle motivazioni le nuove testimonianze raccolte nel processo d’appello. Il pentito racconta i rapporti tra i Piromalli e i Mancuso: «Il boss di Limbadi in una loggia deviata di Crotone e Cosenza». L’attenzione delle cosche per la nascita di Forza Italia
Nel processo d’appello per l’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, i giudici ricostruiscono l’attività della sigla usata da clan calabresi e siciliani per gli attentati. Già in una nota del Sisde del 1992 si parlava di «disegni oscuri» per destabilizzare la Repubblica
Nelle motivazioni della sentenza d’appello le testimonianze sul patto tra mafia, politica e logge deviate. I contatti con la destra eversiva e la passione per le leghe meridionali: «Gli incontri a Lamezia perché la Calabria è la culla del potere massonico»
«Decenni» di rapporti e «scambi di favori» tra le due organizzazioni criminali. L’omicidio del giudice Scopelliti snodo centrale nelle relazioni tra organizzazioni criminali. I rapporti tra Riina e i Piromalli e le confidenze in carcere: «Ne ammazzano così tanti di giudici che lo levano ’sto 41bis». Le motivazioni della sentenza d’appello
Il provvedimento approvato alla Camera dei deputati vieta di pubblicare gli atti degli arresti. Ruotolo: «Questa è censura». I giornalisti lombardi: «Si agevola il ricorso a fonti inattendibili»
L’ex braccio destro di Berlusconi è al centro di un’inchiesta che ipotizza l’attuazione a suo tempo di una strategia criminale per favorire la nascita e l’affermazione di Forza Italia. Stesse tesi che hanno preso forma nel processo di Reggio sulla ‘ndrangheta stragista (ASCOLTA L'AUDIO)
Il Tar dà ragione al medico un tempo organico alle cosche di Rosarno e Gioia Tauro, si conclude il braccio di ferro con il ministero dell’Interno
Bartolomeo Musicò quegli anni terribili di attacco allo Stato li ha vissuti in prima linea, anzi sulla linea di fuoco. E dal fuoco della criminalità organizzata calabrese è stato ferito, quasi ucciso: «Penso che il processo non sia finito qui, ci saranno sviluppi»
Una sigla che marchia lo stragismo italiano all'alba della Seconda Repubblica. Gli attentati in Calabria, il patto scellerato tra Cosa nostra e 'Ndrangheta, l'ombra sinistra dei servizi segreti deviati e di Gladio. Dal racconto dei pentiti alle indagini su fatti di sangue apparentemente scollegati divenuti poi tasselli di un tragico mosaico
A margine della sentenza il procuratore guarda al futuro: «Vedremo cosa manca ancora e quale lavoro di completamento rimane da fare per arrivare a una ricostruzione che faccia luce davvero su accadimenti storici di grande rilievo»
Dopo due anni di udienze si è concluso un processo d’Appello che da qui in poi potrebbe aprire nuovi scenari (ASCOLTA L'AUDIO)
Il procuratore Lombardo ha chiesto la conferma del carcere a vita per i due imputati accusati di essere i mandanti del duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo avvenuto nel 1994 nei pressi di Scilla
Decisivo il test del Dna a cui il boss di Brancaccio si è sottoposto, rinunciando alla prescrizione, come riferisce il suo legale Federico Vianelli
VIDEO | Per il procuratore che sostiene l'accusa le ultime intercettazioni non fanno altro che arricchire le prove contro i principali imputati. Sabato la sentenza