Copanello di Stalettì, lungo la costa degli aranci il luogo natio di Cassiodoro il Grande

Alla scoperta dei luoghi d'origine di un grande calabrese: il primo ministro e consigliere del sovrano ostrogoto Teodorico

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di Giuseppe Gervasi
12 gennaio 2023
18:41

Sabato pomeriggio, guardo in tv un documentario. Insieme al noto conduttore mi trovo a Ravenna e ammiro il famoso Mausoleo di Teodorico, Re dei Goti. È il più celebre e importante monumento funerario realizzato dagli Ostrogoti in Italia, patrimonio dell’umanità. Fu costruito  per volontà di Teodorico attorno al 520 d.C. come propria sepoltura, richiamando nelle sue forme l’oriente e l’occidente. Venne realizzato in blocchi di pietra d’Aurisina messi in posa a secco.

Mi lascio ammaliare dalla storia e ripensando alle vicende del Re Teodorico ricordo l’imponente figura di una grande calabrese Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, primo ministro e consigliere di Teodorico, nato presumibilmente nel 485 d.C. a Scolacium.


Scolacium, Copanello di Stalettì… sono le 15:00. Pochi i chilometri che mi separano da Cassiodoro il Grande. Un sussulto di cultura e di curiosità mi spinge ad alzarmi e mettermi in auto. Raggiungo l’incantevole costa degli aranci o dei Saraceni, nella famosa località di mare di Copanello nel comune di Stalettì, in provincia di Catanzaro. Parcheggio l’auto e scendo a piedi.

Un leggero vento mi tiene compagnia mentre le ombre pomeridiane iniziano a scendere, nonostante il piacevole sole. Il mio occhio curioso cade sul suggestivo e potente paesaggio regalato dalle Vasche di Cassiodoro e del VivariumIl pensiero va alla stagione estiva e al piacere di nuotare tra gli scogli e le sue acque cristalline.

Una scogliera di granito bianco scivola dolcemente verso il mare. È proprio in questo luogo natìo che Cassiodoro si ritirò e fondò il Vivarium: il Monastero di Vivario, il cui nome deriverebbe dai vivai per l’allevamento dei pesci. Prese questa decisione dopo aver tentato inutilmente di unire la cultura orientale con quella occidentale. Tre vasche scavate nella roccia, che Cassiodoro usò per trasferire i pesci presi in mare per allevarli e disporne per i bisogni del santuario.

Le Vasche di Cassiodoro vanno oltre la funzione di acquacultura a cui erano destinate, poiché si intrecciano al significato del Vivarium: luogo di culto e fonte di nutrimento spirituale e scientifico per l’intera umanità. In questo luogo nacque la prima università moderna. Mentre il sole inizia a scomparire rivedo la biblioteca e Cassiodoro immerso nell’intensa e ricchissima produzione letteraria da lui creata.

Un’improvvisa psicosi culturale e spirituale mi indica i codici pregevolissimi, le Sacre Scritture e i moltissimi altri testi religiosi, i libri di cosmografia e di filosofia, di agraria utili per i monaci contadini e le opere di Ippocrate, la terapeutica di Galeno e l’Erbario di Dioscoride per i monaci responsabili delle cure mediche.

Prima di rientrare a casa osservo il perimetro in pietra dei resti dell’antica Chiesa di San Martino, un piccolo edificio di culto a navata unica che custodisce un sarcofago in pietra con iscrizioni in greco, risalente al VIII sec. d.C., identificato per molto tempo come la tomba di Cassiodoro. L’erba che fuoriesce dal perimetro di roccia e gli alberi sospesi nel vuoto lasciano intravedere l’orizzonte azzurro: cornice e dimora di un grande calabrese. Tra le rocce i miei ultimi passi si perdono al definitivo calar delle ombre, ma la luce di Cassiodoro il Grande continuerà ad illuminare la meraviglia di questi luoghi.

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