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sabato 1 febbraio 2020 | 13:20
Italia Mondo

Coronavirus, è psicosi: non mandano figli a scuola per compagna cinese - Notizie

Succede nel Salernitano dove la preside ha scritto ai genitori invitandoli «a superare paure irrazionali che rischiano di sfociare in una anacronistica caccia all'untore»

di Redazione

Nella scuola è iscritta un'alunna di origini cinesi che è stata in vacanza in Cina e tanto basta per indurre i genitori degli altri alunni a non mandare i figli a scuola per paura del contagio da coronavirus. Accade nell'istituto comprensivo di Telese Terme, nel Salernitano, dove il dirigente scolastico, Rosa Pellegrino, è stata costretta a inviare una nota ai genitori per rassicurare tutti e soprattutto per spazzare vie tante notizie false messe in circolazione in questi giorni.

 

«Molti hanno deciso di tenere 'preventivamente' i figli a casa - scrive - nonostante la bambina non sia ancora rientrata scuola. Premesso che il paese in cui si è recata la bambina, Wenzho, è un piccolo centro sulla costa a mille chilometri da Wuhan, sappiamo che in Cina ben prima che in Italia sono scattate le misure di prevenzione e i controlli sanitari; pertanto la bambina e i familiari hanno superato ben 4 controlli aeroportuali in entrate e in uscita e non presentano alcun sintomo influenzale».

 

Nella lettera, il dirigente scolastico ribadisce che la bimba cinese in questo momento è a casa, per scelta dei genitori che «con grande senso di responsabilità e sensibilità stanno privando la figlia delle attività didattiche pur di non creare scompiglio tra le famiglie».

 

La preside informa anche le famiglie che pure l'Asl di Benevento è intervenuta sul caso, attivando attraverso il presidio di Telese Terme e l'unità operativa complessa di Epidemiologie e Prevenzione di Benevento un monitoraggio capillare. Attività che hanno escluso la necessità di qualunque forma di quarantena.

 

Infine l'invito esteso a tutta la comunità scolastica a tranquillizzarsi, anche documentandosi sul sito del ministero della Salute, a far rientrare i bambini a scuola e «a superare paure irrazionali e psicosi collettive che rischiano di sfociare in una anacronistica caccia all'untore».