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sabato 29 agosto 2020 | 20:00
Salute

Niente nuovi medici per lo spoke Paola-Cetraro: «Pazienti sbattuti da un ospedale all'altro» - Notizie

Il direttore Cesareo scrive al commissario dell'Asp di Cosenza e alla Procura di Paola: «Nonostante le promesse, mancano ancora personale e strutture per Rianimazione e Anestesia, col rischio di conseguenze penali e per la salute dei malati». Operazioni solo a Cetraro da metà settembre?

di Camillo Giuliani

L’ospedale di Cetraro

Pazienti che «sono ormai delle palline da ping pong», sbattuti da un lato all'altro del Tirreno cosentino, magari pure verso strutture in cui è impossibile ospitarli; personale già scarso che sta per diminuire ulteriormente, nonostante le promesse di nuovi arrivi; possibili reati sotto gli occhi di tutti e nessuno che provi ad impedirli: dopo il recente caso dello stop alle operazioni per carenza di sangue, continuano le grane per lo spoke che vede uniti gli ospedali di Paola e Cetraro. E a denunciarlo è il direttore medico Vincenzo Cesareo, in una lettera indirizzata al commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Cinzia Bettelini e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Paola.

Cesareo attacca Asp e Procura

La missiva è un vero e proprio j'accuse che Cesareo apre rinfacciando il mancato rispetto di alcuni accordi sull'arrivo di rinforzi in corsia presi a inizio luglio. Il direttore dello spoke spiega che la carenza di personale specialista in Anestesia e Rianimazione si è tutt'altro che risolta da allora. Anzi, «è diventata ancora più insopportabile» perché a breve altri due medici si trasferiranno a lavorare altrove. Il deserto nei reparti prefigura, secondo Cesareo, «gravi responsabilità anche di ordine penale» perché costringe a sballottare i pazienti tra l'ospedale di Cetraro e quello di Paola. Ma in quest'ultimo, si legge ancora nella lettera, «non è possibile allocare la Rianimazione». Troppo «fatiscente e pericolosa» la struttura, ricorda ancora Cesareo puntando il dito anche contro la magistratura locale: che l'ospedale della città del santo sia in determinate condizioni, sottolinea, «è noto ormai da lunghi a tutti, Procura della Repubblica compresa».

Operazioni solo a Cetraro da metà settembre?

Il problema, insomma, è «grave e urgente» e qualcuno aveva promesso di risolverlo, ma non ha mantenuto i patti. Così Cesareo comunica che, visto che spetta a lui organizzare il lavoro nello spoke, risponderà all'altrui immobilismo con una proposta: trasferire tutte le attività chirurgiche, a partire dal 15 settembre, a Cetraro. Proposta che si accompagna ad un invito finale, rivolto al procuratore di Paola, e un avverbio che pesa come un macigno: «adottare finalmente consequenziali provvedimenti tendenti a tutelare la vita dell'utenza». Come se finora la posta in gioco non fosse stata chiara.