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giovedì 25 marzo 2021 | 14:16
Cronaca

Covid, a Corigliano Rossano seconda vittima nel giro di 12 ore - Notizie

Al decesso di ieri sera nell'ospedale Annunziata di Cosenza, se ne aggiunge un altro questa mattina: una 76enne rossanese ricoverata al Pugliese di Catanzaro

di Matteo Lauria

Aumenta il numero dei decessi a Corigliano Rossano. Ieri una donna di 73anni è deceduta a Cosenza per Covid, aveva già perso il marito sempre a causa del virus qualche settimana fa. In mattinata una nuova vittima al “Pugliese” di Catanzaro, una donna di 76 anni, ricoverata da giorni nel presidio del capoluogo regionale. Versa in condizioni critiche il marito della donna deceduta, anch'egli ricoverato.

Intanto il referente di Azione Corigliano-Rossano Giovanni Le Fosse parla di situazione drammatica a partire dalla paralisi che riguarda il presidio ospedaliero di Rossano. «Rivolgiamo un appello a tutta la classe politica regionale affinché faccia approvare il protocollo medico, meglio conosciuto come terapia “Remuzzi”, che consente, se applicato subito, di aggredire e curare il Covid a Casa. Tale protocollo, basato su farmaci specifici facilmente reperibili, consente ai medici di base di aggredire la malattia evitando l’accesso nei presidi ospedalieri. I risultati ottenuti nelle realtà dove si è applicato tale protocollo, fanno ben sperare. La regione Piemonte è un esempio virtuoso».

La solitudine dei pazienti Covid 

Il rappresentante di Azione analizza l’andamento difficile che si vive in città: «I malati di Covid non vanno lasciati soli ma vanno implementate e migliorate tutte le procedure di assistenza domiciliare. I disabili, come sempre, rischiano di pagare il prezzo più caro. Le famiglie che contraggono il virus sono sole, quasi abbandonate al loro destino. Dalla spesa ai farmaci, per chi vive con un disabile in casa e ha la sfortuna di essere contagiato, la malattia diventa un dramma nel dramma. Altro aspetto importante sono i farmaci e le bombole d’ossigeno. Le farmacie iniziano ad entrare in sofferenza perché le bombole d’ossigeno, spesso, non vengono restituite subito. Attraverso le associazioni di volontariato come la Croce Rossa (ricordiamo che sono stati vaccinati) si possono attivare protocolli virtuosi per il recupero delle bombole d’ossigeno».

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