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mercoledì 10 novembre 2021 | 09:41
Cronaca

Il caso - Falso ideologico, il giudice di Catanzaro Valea chiede le dimissioni dalla magistratura - Notizie

Il magistrato è sotto processo disciplinare per le accuse della procura di Salerno e già sospeso dalle funzioni. La quarta commissione del Csm dice sì alla cessazione del rapporto di lavoro con l'ordinamento giudiziario

di Antonio Alizzi

Il giudice Giuseppe Valea

Giuseppe Valea, ex presidente del tribunale del Riesame di Catanzaro, è stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio da parte della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Ancor prima del provvedimento sanzionatorio, emesso il 23 luglio scorso, il magistrato aveva fatto pervenire alla quarta commissione di Palazzo dei Marescialli, la domanda di cessazione dall'ordine giudiziario a far data dal 1 gennaio 2022.

Il Csm dice sì all’interruzione del rapporto di lavoro

Nelle motivazioni della delibera, che sarà discussa nell'assemblea plenaria di oggi, mercoledì 10 novembre 2021, i consiglieri scrivono che «a carico del magistrato sono stati ravvisati gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati p. e p. dall'art. 479 e dall'art. 476, comma 2, c.p. Sussiste, dunque, un evidente e primario interesse dell'Amministrazione a far cessare il rapporto di servizio con una persona la cui presenza nell'ordine giudiziario compromette in modo significativo il prestigio dell'ordine stesso».

Si ricorderà che il gip del tribunale di Salerno aveva applicato a Giuseppe Valea la misura dell'interdizione dai pubblici uffici per la durata di dodici mesi in ordine alle accuse di falso, contestate dalla procura diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli. Secondo il teorema accusatorio, Valea avrebbe assunto le decisioni relative ai ricorsi presentati dalle parti davanti al Tdl di Catanzaro, in assoluta autonomia facendo risultare che le decisioni invece erano di carattere collegiale.

Fu Gratteri a segnalare le presunte anomalie nell'attività del Riesame di Catanzaro

La vicenda era nata da una segnalazione di Nicola Gratteri, il quale nel 2019, prima che scoppiasse la pandemia da coronavirus, aveva inviato una nota al presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, circa le presunte anomalie registrate nello svolgimento delle udienze presso il tribunale del Riesame di Catanzaro.

Poi le accuse hanno preso forma e sostanza quando i pm di Salerno hanno sentito i colleghi di Valea, che hanno raccontato cosa succedeva nell’ultimo periodo. Ora l'ultimo passaggio con la magistratura, ma non sarà indolore.

La quarta commissione, infatti, ha evidenziato che “il Ministero con nota del 31.8.2021 ha comunicato che il dott. Valea non potrà accedere al trattamento pensionistico né per limiti di età né per il trattamento pensionistico che ai sensi dell'art 14 della legge 26/2014 corrisponde a 38 anni e mesi 6 di anzianità contributiva (atteso che alla data del 31.12.2021 avrà maturato un'anzianità contributiva di 35 anni 5 mesi e gg 25)”.

Infine, “attualmente il dott. Valea percepisce l'assegno alimentare previsto dall'art. 10, comma 2, del d.lgs. n. 109/2006 e continuerà a percepirlo fino alla conclusione del procedimento disciplinare; al contrario, per effetto delle dimissioni, l'interessato non percepirà più alcunché e godrà del trattamento pensionistico soltanto quando raggiungerà l'età pensionabile. Per tali ragioni complessive le dimissioni possono essere accettate, impregiudicata l'eventuale prosecuzione dei procedimenti disciplinari”. La palla dunque passa al Plenum.