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martedì 5 settembre 2023 | 17:39
Sport

La conferenza - Nuova Reggina, Taibi: «Se non si ripartirà da me, comunque tornerò da tifoso» - Notizie

Il direttore sportivo ha incontrato la stampa: «Mai pensato che si arrivasse a una mancata iscrizione». Poi le parole sulla partita con l'Ascoli, Cardona e Saladini: «Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, in particolare i ragazzi della Curva Sud»

di Matteo Occhiuto

Il Direttore Sportivo della fu Reggina 1914 Massimo Taibi è, da qualche giorno, al centro delle cronache. L'ex portiere ha manifestato l'intenzione di far parte della ripartenza calcistica cittadina e ha indetto una conferenza stampa per far luce sullo stato delle cose, dopo averle anticipate ai nostri microfoni a Milano. «Provo un grandissimo dispiacere per come sono andate le cose - esordisce Taibi - . Mi addoloro per i tifosi e per la città. Credevamo in un altro epilogo e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto, in particolare anche i ragazzi della Curva Sud che ci hanno seguito fino al Consiglio di Stato». 

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Poi il racconto parte con l'inizio dell'era Saladini: «La storia è partita a giugno scorso, con la nuova società che ha ereditato tanti debiti. Volevamo la salvezza, il nostro punto fermo era Roberto Stellone. Poi la strategia societaria è cambiata, decidendo di prendere Inzaghi e raddoppiando il budget. Non sta a me decidere quanto deve spendere una società, io mi sono sempre attenuto alle direttive».

Una delle critiche che gli è stata mossa più frequentemente è l'assenza di plusvalenze: «Non siamo riusciti a produrle col settore giovanile. Le società con cui ho lavorato hanno inteso, per scelta, spendere sui cartellini. Ero riuscito a vendere Rivas ad un milione e seicentomila euro, ma la sua cessione è stata bloccata proprio per le ambizioni di vittoria che aveva la società».

I racconti sugli ultimi mesi

Cos'è successo a gennaio scorso? «Mi è stato detto di investire sul mercato, avevo bloccato cinque giocatori molto forti. Poi mi è stato detto che non era possibile investire e mi sono attenuto anche a questa indicazione. Da quel momento la squadra è entrata in sofferenza, complice pure la prima notizia venuta fuori da un giornalista importante che metteva in dubbio il percorso di omologa che si stava facendo e quindi il possibile arrivo delle penalizzazioni».

La frattura con Felice Saladini arriva nella notte di Ascoli. Taibi conferma quanto in città, da mesi, si mormora: l'ex proprietario non voleva andare ai playoff. «Dopo il match vinto con l'Ascoli c’è stata una forte interruzione dei rapporti tra la proprietà e la squadra, me compreso. In quel momento è iniziato il calvario, ho capito che sarebbe cambiato tutto ma senza pensare a una fine del genere. Sono successe cose antipatiche, i panni sporchi si lavano in famiglia e di certo non davanti ai dirigenti della squadra avversaria».

I giorni dell'esclusione: «Il 20 giugno veniamo a conoscenza del mancato pagamento. Poi è iniziato l'iter terminato al Consiglio di Stato. Ho supplicato i calciatori a rimanere compatti: ci credevamo tutti, non è andata bene. Ringrazio le istituzioni, in modo particolare Carmelo Versace e Paolo Brunetti e anche l’onorevole Cannizaro. Le Istituzioni ci hanno accompagnato ma purtroppo sono stati cancellati cinque anni di lavoro»

Sul suo coinvolgimento nella ripartenza del calcio a Reggio: «Io faccio il direttore sportivo, non l'imprenditore. Sono a disposizione di chi avrà la forza e la voglia di investire sulla nostra Reggina. Mi sono messo in moto da qualche giorno per reperire i giocatori: molti sono stati già bloccati. Qualora ci dovessi essere ancora io, confermo la presenza di Emanuele Belardi. Fare un campionato di serie D con la Reggina sarebbe una fortuna anche se certamente si è in ritardo. Mi ha cercato un gruppo di Milano che ho conosciuto a Reggio, so che vogliono creare qualcosa di forte. Chiunque volesse far ripartire la Reggina e vuole considerarmi, mi metto a disposizione».

Poi una chiosa finale, che però somiglia quasi a un commiato: «Se non si ripartirà da me, comunque tornerò, anche a vedere qualche partita».