L’intervista

Reggina, Taibi: «Cardona? L’ultima persona che può parlare di calcio»

VIDEO | Il direttore sportivo ha parlato anche del patron amaranto: «Saladini? Avrebbe dovuto gestire in prima persona fino alla fine»

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di Matteo Occhiuto
1 settembre 2023
19:14

L'ormai ex direttore sportivo della Reggina, Massimo Taibi ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Taibi, a Reggio Calabria dal 2018, è presente all'Hotel Sheraton di Milano, dove sta andando in scena l'ultimo giorno di calciomercato, e ha commentato i recenti avvenimenti legati alla Reggina, esclusa dal campionato di Serie B: «Intanto dico che la delusione è ancora viva dentro di me - ha sottolineato Taibi -. Non voglio prendere decisioni affrettate. Per Reggio io ci sarò sempre, se dovessero avere bisogno di me ci sarò sempre, a prescindere dalla categoria»

Taibi ha confermato la sua voglia di rimanere a Reggio Calabria e un gruppo imprenditoriale alle sue spalle: «C'è un gruppo di imprenditori, un paio. Si stanno allargando. Mi hanno chiesto se ci fosse la mia disponibilità e avrebbero fatto il bando solo con il mio ok. Mi è sembrato giusto dare a Reggio la disponibilità a ripartire: mi sono informato, son persone perbene. Mi hanno parlato in maniera logica, che bisogna fare le cose accuratamente. Poi se ci sono individui più forti, cordate più forti, che possano far star meglio Reggio, io sarò pronto a tifare da casa. È una piazza da A, non da Serie D: è un affronto».


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Novità per il futuro?

Ci sono stati contatti anche con i Sindaci Versace e Brunetti? Taibi chiarisce: «Con loro mi sono visto, ma non parliamo mai di queste cose qua. L'unica cosa che si sa è fortunatamente si è mossa un po' di gente, ci sono un po' di investitori. Sicuramente un paio saranno serie e Reggio avrà un futuro. Questo mi fa ben sperare, che la Reggina possa essere riportata dove merita».

Quindi il Ds precisa ancora una volta: «Io ho detto che se la cordata che ho presentato dovesse vincere ci sarà Massimo Taibi. Magari poi ce ne sarà qualcuna più forte ed è giusto che vada avanti lei. Quelli che stanno costruendo intorno a me, sono delle persone serie, che non vogliono buttare i soldi. Se vincerà la cordata che mi ha avvicinato, Massimo Taibi sarà con loro».

Magari, in caso di vittoria della cordata con Massimo Taibi all'interno, la giornata di calciomercato odierna potrebbe essere utile per individuare i primi profili della squadra che sarà. «Io oggi sono qui perchè è il mio lavoro - spiega Taibi -. Per la prima volta sono senza stress, l'ultimo giorno di mercato è il peggiore. Se dovessimo far la D con la cordata nostra, è giusto informarsi. Quest'estate sono stato a Reggio, ho ripristinato tutto. È troppo semplice fare il gradasso e scappare, io non sono il tipo. Sono cinque anni che lotto a Reggio Calabria, è una città che sento mia. Qualcuno è scappato e ha anche il coraggio di parlare».

Il passaggio su Saladini e Cardona

Inevitabile pensare che Taibi si riferisca a Cardona, protagonista oggi in conferenza stampa. L'ex portiere argomenta, in merito: «Io non ho seguito la sua conferenza, ma è l'ultima persona che può parlare di calcio. Sicuramente ne sa meno di meno. Prendo atto sia una persona perbene, di spessore. Ho avuto un buon rapporto, ma parla di calcio e non sa le cose. È come se io parlassi di giustizia. Plusvalenze? Avevamo già venduto tre giocatori adesso e altri tre del settore giovanile, che ho costruito io. Forse voleva mandarmi un messaggio, poteva alzare il telefono. Però siccome non lo vedo da maggio, forse non c'è stato tempo per dirmelo. Ma io, lo ripeto, ho sempre avuto un buon rapporto e stima per lui e continuerò ad averlo. Mi hanno detto delle cose, per esempio su Crisafi. Ma Crisafi l'ho portato io».

E su Felice Saladini afferma: «Ha fatto degli errori, altrimenti la società non sarebbe fallita. Il rammarico è che abbia speso tanti soldi, la società non aveva un debito. Ci siamo ritrovati fuori: è un mistero che mi piacerebbe capire, ma ora è fresca e non te lo diranno mai. Avrebbe dovuto gestire la società in prima persona, come ha fatto all'inizio, e non mollarla fino alla fine. Forse qualche errore in meno si sarebbe fatto».

Giornalista
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