Ancorché ruvido, non può dirsi tamarro. Ma Gattuso approda alla guida della Nazionale italiana restando fedele a sé stesso, spiazzando retoriche, stereotipi e nostalgie da bar sport mentre la sua parabola trasforma il mare jonico nel fiume Clyde
I governatori di Campania e Puglia mettono da parte il politicamente corretto. De Luca dà a Netanyahu della «bestia immonda». Emiliano entra a gamba tesa su Israele. Posizioni forti in un dibattito anestetizzato. Scatti di reni da vecchi leoni, altro che Partito democratico...
La Palestina viene distrutta mentre la osserviamo davanti a un calice di vinello. Lo schianto della civiltà va in onda in tempo reale: sterminio senza playback che ci si mostra come gli abiti lacerati dei bambini della Striscia
Impegnati a intestarsi il lascito di Francesco, i partiti hanno dimenticato il principio democratico dell’autonomia del potere politico e di governo rispetto a qualsiasi confessione
L’influencer che mobilita i pullman per Roccaraso pensa a una candidatura e miete consensi. Ma la nouvelle vague del web è abiura della storia, non resta che difendersi richiamando alla memoria il background degli anni 70
Tra prudenza estrema e conservatorismo travestito da progresso, il Partito democratico oscilla tra il culto di Mattarella, il femminismo frainteso e il fantasma di Prodi
La monumentale balla sulla presunta ostilità femminile alla guerra. Ecco perché dalla Thatcher alla Clinton, da Caterina di Russia a Golda Meir, la verità è tutt’altra. E riguarda pure, per alcuni versi, Nostra Signora della messa in piega, Ursula von der Leyen
Elly Schlein teme che Conte la scavalchi a sinistra e forma una Grosse Koalition di gruppi antagonisti e antigrillini. Campionario (immaginario) dei suoi alleati musicali
Chi (l’intero ceto politico del Psi) nel ’93 mollò Craxi oggi esercita il culto del Garofano a 25 anni dalla morte del leader socialista. Come se non lo avessero mai lasciato solo. Eppure a me disse che si erano squagliati tutti
La creatura televisiva che esiste dal 2014 è come un doppio con cui confrontarsi: antipatica e popolare, spigolosa e candida. E vi augura un buon 2025. Anzi, no: cattivissimo
Buono e cattivo, bello e brutto perdono significato nella contesa americana e noi europei rischiamo di non capirci più nulla finendo per restare scioccati da un risultato che pensiamo inconcepibile
Sotto le mentite spoglie del talk politico, tornerà in scena venerdì 1 novembre per mettere a nudo vizi e tic del Bel Paese. “Santi, navigatori e puttanieri” il titolo della prima puntata della nuova stagione
La giaculatoria similfemminista, che ci ricorda continuamente la prima volta di una donna a Palazzo Chigi, è un corto circuito. Del resto, Giorgia si farà chiamare il Presidente per ribadire che le istituzioni sono neutre e non possono essere declinate a seconda dell’appartenenza di genere (ASCOLTA L'AUDIO)
A Palazzo Madama, con l’elezione di Ignazio La Russa alla Presidenza del Senato, è andata in scena la declinazione postmoderna del parricidio del novello Bruto-Giorgia ai danni di Cesare. In morte di ogni eleganza. Ecco perché
Politiche 2022. La triste parabola di un ceto politico dal dubbio talento, assistito dalla ventilazione meccanica nei listini bloccati ed iperbarici. O, fintamente in lotta nei collegi uninominali. Al netto di alcune splendide eccezioni, si tratta di uomini e donne senza ardimento e senza onore
Vuoi vedere che, mentre tutti chiedevano alla Meloni di rimuovere la fiamma dal simbolo, Salvini e Berlusconi suggerivano a Giorgia l’aggiunta di una foto del Duce all’Agro Pontino? Si chiama “fuoco amico”. Proprio così. E arde alla grande
Quando il gioco si fa duro, Fratoianni e Bonelli cominciano a giocare. Non si capisce se in qualità di foderi dei mortaretti d’assalto del lotto “trottolino amoroso”. In ogni caso, ci sono. Inoffensivi come il rosmarino di Domodossola. Orgogliosamente nel campo di Letta. E intanto Giorgia...
La storia della piccola Diana, lasciata morire di stenti, in casa, dalla madre, Alessia Pifferi, convoca le nostre sensibilità. Nessuno si chiami fuori. È una vicenda di rara atrocità. E i “tecnici dell’anima”, questa volta, ci risparmino il kit delle assoluzioni a buon mercato
Il Sublime Contabile, al secolo Mario Draghi, è e resta un tecnico. Spetta invece alla politica decidere cosa e se va fatta. Ora a scegliere chi governa sarà un’umanità variegata e policroma con un denominatore comune: le scatole piene