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mercoledì 27 marzo 2024 | 16:36
Cronaca

Lo scenario - I rifiuti nel greto del fiume e i rischi per il porto di Tropea, Falvo: «Se arriva un’altra alluvione se lo porta via» - Notizie

Nell’audizione (desecretata) davanti alla Commissione parlamentare antimafia, il procuratore di Vibo Valentia analizza le emergenze ambientali in provincia. I casi del torrente La Grazia e delle cave riempite di spazzatura

di Giuseppe Baglivo

Uno scenario scioccante, quello descritto dal procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo nell’ultima audizione della commissione parlamentare antimafia (presieduta all’epoca dal senatore Nicola Morra) tenutasi a Vibo Valentia. Una riunione che ha affrontato in parte anche lo scottante tema dei rifiuti interrati nel fiume La Grazia, che separa Tropea a Parghelia. E ciò che viene fuori è a dir poco sconcertante anche se in buona parte ancora secretato. È stata l’allora deputata del M5S, Dalila Nesci, a sollevare il tema «dei rifiuti occultati e interrati», chiedendo delucidazioni nel merito al procuratore di Vibo Camillo Falvo. «Quello che le chiederei è una disamina di ciò che c’è su Tropea e se è necessario eventualmente si può anche secretare questa parte. È importante – aveva affermato la Nesci – che su Tropea ci sia un focus da parte di magistratura e forze dell’ordine». 

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Una parte della risposta del procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, relativa ai rifiuti, ed in particolare alla situazione di Tropea, è stata dunque secretata ma ciò che non è più coperto da segreto – e che viene reso noto per la prima volta dalla nostra testata – basta e avanza per lasciare senza parole e per porre l’attenzione su una vera e propria bomba ecologica sulla quale ha indagato (e indaga ancora?) la Procura di Vibo Valentia unitamente alle forze di polizia.

La cava, i rifiuti e il fiume

«Avevamo avuto notizia anche di rifiuti sotterrati. Lo scenario – ha dichiarato il procuratore Falvo alla Commissione parlamentare antimafia – era questo: il fiume era pieno di rifiuti, di residui di sbancamento, di demolizioni, di barche e c’era una barca in legno, di cui ho fatto fare pure un video, buttata in mezzo al fiume». È a questo punto che dall’audizione in Antimafia del procuratore Camillo Falvo salta fuori il primo particolare inedito: la presenza di vere e proprie cave piene di rifiuti. «Da una sola cava – ha spiegato il procuratore – si è passati a due. La seconda cava l’hanno dovuta fare nella parte frontista, cioè dall’altra parte rispetto al fiume. Quindi hanno incanalato il greto del fiume, oltre a tutti i rifiuti che c’erano, in un tubo che sarà stato del diametro di mezzo metro o un metro, quindi immaginate quando c’è una pioggia intensa là cosa succede. Non solo: nella parte alta c’era un cumulo di rifiuti sotterrato e dalla parte in superficie usciva del liquido bluastro: questo è il fiume. Su quello stesso sito, otto anni prima, per via di un’alluvione, era anche morta una persona parente di quello che lo stava gestendo. Ovviamente abbiamo sequestrato l’area». Continua a leggere sul Vibonese.