L’intervista

La comunicazione a 360 gradi passione e lavoro, Alessandra: «La Calabria? Forse cambierà quando smetteremo di piangerci addosso»

Donne, musica, radio. A tu per tu con Alessandra Carrieri, giornalista e mamma sempre in movimento: «Per anni ho lavorato fuori, ma poi sono tornata perché la mia terra è la più bella che esista, forse dovremmo solo avere il coraggio di amarla un po’ di più»

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di Franco Laratta
13 aprile 2023
13:01

Un caffè con Alessandra Carrieri,  una ragazza in gamba, una signora, una mamma. Una giornalista vera, sempre in campo. 

È stata con noi in alcune trasmissioni de LaC Tv, come Rinviata  a giudizio, più volte da giudice si è distinta per un notevole livello culturale e la conoscenza profonda della storia politica e sociale della nostra regione. Un caffè con lei per raccontare un po’ la sua storia e per capire meglio.


Chi è Alessandra Carrieri e quello che fa, ce lo dice lei stessa. «Alessandra è una donna che si occupa di comunicazione a 360 gradi. Ho iniziato nell’ormai lontano 1994 in quella che all’epoca era la tv per eccellenza di Cosenza, Rete Alfa. A insegnarmi buona parte delle cose è stata Franca Chiarelli, a cui devo molto. Nel tempo poi ho scoperto il meraviglioso mondo della radio grazie ai fratelli Pecora che a Radio Sound mi hanno dato totale fiducia e carta bianca. Da lì è stato un crescendo. Sono passata da Radio Cuore a Pisa ad uffici stampa di importanti festival e manifestazioni internazionali poi per qualche anno ho smesso. Avevo deciso di cambiare “mestiere” ma sono tornata sui miei passi. Con Radio Cosenza Centrale ho riscoperto la passione della radio, qualche parentesi sporadica a Ten e da qualche anno ho una trasmissione tutte le mattine su Jonica Radio. Ma nel frattempo ho continuato a fare comunicazione “impegnata” occupandomi di politica al seguito di alcuni parlamentari e intanto sono diventata caporedattore della web tv di CSAIn, l’ente di promozione sportiva dei Centri Sportivi Aziendali e Industriali collegati a Confindustria. Curo l’intera redazione nazionale dei corrispondenti da tutte le regioni mi occupo di comporre e condurre il tg, lavoro fianco a fianco con Giacomo Crosa, il mio direttore responsabile, lui è uno dei migliori giornalisti sportivi italiani e credimi è una grande palestra. Per il resto, nei ritagli di tempo, sono una donna normale con un marito e due figli che si sono rassegnati alla loro mamma sempre in movimento!»

Abile conduttrice radiofonica, giornalista attenta e scrupolosa. Ma chissà cosa c’è dietro quel suo sorriso aperto e contagioso… «Il mio sorriso credo sia lo specchio del mio essere! Io non faccio nulla se non mi diverto, se non ne sono convinta, nella vita ho detto molti no, a volte anche troppi, ma non mi sono mai pentita. Credo di essere una donna decisa e consapevole dei miei limiti, difficilmente mi troverai a fare cose se non me ne sento all’altezza. Anche se mi piace rischiare ma a patto che non ci debba rimettere in credibilità. Sai come si dice puoi fare 1000 cose alla perfezione ma se ne sbagli una le persone ricorderanno solo quella.. e il pubblico sa essere spietato! Per il resto ho anche io le mie ansie, le mie paure, le mie fobie, ma cerco di lasciarle fra le 4 mura di casa così come i problemi di lavoro restano rigorosamente fuori dalla soglia di casa! No, non sono bipolare ho solo imparato a gestire le situazioni».

In un suo post di Facebook Alessandra ha scritto: “Che ne sai delle mie lacrime, delle mie sofferenze e preoccupazioni. Che ne sai di quante cose devo fare al giorno ed essere sempre, allo stesso tempo, disponibile, allegra, giocherellona perché non si avverta tutto il mio dolore se per sbaglio mi fermo a pensare al futuro...che ne sai dei miei silenzi carichi di significato… che ne sai tu che ti fermi alle apparenze!”. 

«Torniamo al discorso di prima. Quando per professione sei chiamata ad intrattenere gli ascoltatori per 3 ore al giorno le tue tribolazioni personali non devi e non puoi scaricarle su di loro. Sai Franco, in molti pensano che il mio non sia un vero e proprio lavoro. Qualche volte scorgi quel sorrisetto a mezza bocca quando parli della radio e capisci che pensano “si vabbè metti 2 canzoni e parli…capirai”! E invece non è proprio così, ti sembrerà strano ma per fare il mio lavoro devi studiare sempre. C’è da conoscere le tecniche di respirazione per parlare a tempo, non avere ammanchi di fiato, entrare e uscire dai brani a tempo di musica, devi sapere quello che ti accade intorno per poter dare le notizie, commentare con cognizione di causa perché entri nella vita delle persone e devi saperlo fare. Poi a casa magari ti rilassi e pensi che le tue preoccupazioni di donna, madre, moglie, se pensi al futuro sono lì pronte ad assalirti soprattutto per chi come me non ha il posto fisso ma tutto è sempre a scadenza».

Lei ha detto: “Io sono una donna e ne sono orgogliosa! Non ho bisogno di essere difesa, protetta o tutelata voglio solo poter essere me stessa!” 

Eppure oggi le donne tornano a pagare, spesso a soccombere, comunque a lottare: Afghanistan, Iran…mentre in Italia non tira una bella aria. «In questo post, che ho pubblicato l’8 marzo, il riferimento era a quelle inutili rivendicazioni che vedo solo in determinate ricorrenze e che credo siano ormai diventate pressoché inutili. So che forse mi attirerò l’antipatia di qualcuno ma ti pare che si debbano urlare i diritti delle donne solo in quella data? Che si punti il dito sulle violenze un giorno all’anno con cosa poi? Un segno sul viso, un paio di scarpe o un convegno… e magari se sentiamo i vicini di casa urlare e minacciarsi ci voltiamo dall’altra parte. Io a questo dico No, ecco perché ti dico che non voglio essere protetta o rappresentata da simboli o slogan, a proteggermi e farmi valere ci penso da me e sprono sempre, con gli strumenti che ho, le persone ad aprire gli occhi e fidarsi delle autorità. Poi Iran, Afghanistan, Pakistan sono situazioni in cui le donne hanno deciso di ribellarsi per vedersi riconosciuti dei diritti fondamentali ma soprattutto per sopravvivere. Ma loro non fanno convegni o passerelle, li le vedi davvero le donne che vogliono conquistare una libertà che non hanno e non vanno dal parrucchiere prima di scendere in piazza!».

«Cosa faccio quando sono giù di morale? Cucino! Riso alla cantonese, spaghetti di soia alla carne, ravioli piccanti e maiale in agrodolce... la cena è servita... dalla Cina con furore».

Ecco, ma realmente, cosa fa quando vede il mondo andare a rotoli, quando vede tutto nero… «Potrei piangere ma poi mi vengono le rughe…. Scherzo ovviamente! Ognuno di noi ha modi diversi di sfogarsi, io mi metto ai fornelli e scarico la rabbia sulle verdure. No a parte le battute vorrei poter avere il tempo per fare sport ma mi resta libera solo la notte e allora quando ho necessità di staccare la spina per ricaricarmi mi dedico alla cucina perché mi rilassa e mi rende felice. Mia nonna diceva se cucini bene e con amore ti migliora l’umore e ti dirò… funziona, un po' meno però quando ti confronti con la bilancia!».

Io so che lei ama la musica, suo padre amava la musica, la passione credo gliel’abbia trasmessa proprio lui. «Mio padre, che ormai non c’è più da oltre 20 anni, amava tutta la musica. Sono cresciuta con ogni sorta di genere musicale, dal pop, al rock, dai Platters ai Pooh passando per Mina, dai cugini di campagna a Nat King Cole. Per lui, e quindi anche per me, l’importante era che fosse buona musica, senza pregiudizi su generi, gruppi o mode del momento. Pensa che amava gli A-Ha, i Simple Minds, gli U2 e poi ci abbracciavamo sui pezzi di Julio Iglesias… ogni domenica mattina accendeva lo stereo, metteva su qualche vinile o musicassetta, e ballavamo insieme. Lui mi ha insegnato a ballare i lenti, lui e mia madre insieme erano una bella coppia di ballerini e mi davano lezioni di ballo. E poi durante le riunioni di famiglia i miei zii, da parte di mamma, che avevano un complesso portavano chitarre e basso e si cantava tutti insieme, io ero la loro corista… insomma la musica ce l’ho nel dna».

Mina canta con Blanco… Lei la più inarrivabile e irraggiungibile al mondo, lui ventenne senza freni. Oltre 60 anni di differenza La musica allora può tutto! «Certo! E te lo dimostra anche il fatto che la musicoterapia sia sempre più utilizzata ed accreditata. La musica ha quel magico poter di cambiarti l’umore, di risvegliare quei ricordi che pensavi fossero scomparsi, riesce addirittura a farti sentire i profumi legati al periodo. La musica ha quel potere di aprirti la mente fornendoti altre chiavi di lettura calmando o esaltando i tuoi istinti in base a cosa ascolti. Facci caso anche nei film le scene clou sono sempre sottolineate dalla musica perché vale più di mille dialoghi. Ma tornando a Mina ha fatto un’operazione di immagine pazzesca. Trovami un altro mostro sacro della musica che avrebbe accettato di accostarsi ad un ragazzo, sicuramente valido, ma così discusso come in questo periodo. In un mondo in cui l’immagine ormai è tutto lei, che già da decenni ha smesso di vivere d’immagine ma bada alla sostanza, ancora una volta va controcorrente e pensa al risultato. Due generazioni così distanti che si incontrano, e comunque se ci pensi, e tu lo sai bene, Mina fu molto trasgressiva ai suoi tempi quindi credo che un po’ si riveda anche in Blanco. Sono certa sarà un successo”.

Alessandra, dove va la Calabria? Così a bruciapelo! «Mi verrebbe da dirti a rotoli e non solo per colpa della politica. Forse quando la smetteremo come calabresi di piangerci addosso e ci decideremo a prendere in mano davvero la nostra terra, la nostra vita, forse qualcosa cambierà. Ma siamo da sempre servi sciocchi di pochi che hanno il potere e stante così le cose non cambierà mai nulla. Io per anni ho lavorato fuori, ma poi sono tornata perché la mia terra è la più bella che esiste forse dovremmo solo amarla un po’ di più e con maggiore coraggio! Io sono calabrese e me ne vanto!».

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