Milano vuole i Bronzi, per Sgarbi sono 'ostaggio della ndrangheta'

Le parole del critico d'arte, ambasciatore della Regione Lombardia per l'Expo 2015, scatenano le polemiche e le inevitabili reazioni dei calabresi. Talarico: 'Sono sbigottito'. Santelli: 'Chieda scusa'
29 luglio 2014
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MILANO - E’ appena stato nominato ambasciatore alle belle arti della Regione Lombardia e Vittorio Sgarbi è nell’occhio del ciclone.  E’ bastato un “là” lanciato dal Governatore Maroni per far scoppiare la polemica. Tutto ruota intorno ai Bronzi di Riace richiesti per sei mesi da Maroni all’Expo 2015. Un’idea condivisa dallo stesso Sgarbi che ha proposto anche uno scambio “equo” con due Caravaggio. Fino a qui tutto potrebbe rientrare nella normalità. Ma come spesso accade il critico d’arte è andato oltre la proposta definendo le due statue “ostaggio della ‘ndrangheta”.

 


Talarico sbigottito. Inevitabili le polemiche ed immediate le reazioni. La prima in ordine cronologico arriva da palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria. A scrivere è il presidente dell’assemblea uno sbigottito Francesco Talarico che invita Sgarbi a riflettere prima di lanciare idee prive di praticabilità vista l’estrema fragilità dei Bronzi appena tornati al Museo archeologico nazionale di Reggio dopo un lavoro durato oltre quattro anni.

 

Santelli arrabbiata. Ancora più schietta Jole Santelli. “Chi vuole vedere i Bronzi di Riace prenda l’aereo e venga in Calabria”: chiosa la deputata calabrese di Forza Italia e coordinatrice regionale del partito che risponde anche ai riferimenti alla ‘ndrangheta lanciati da Sgarbi. “Riferimenti – sostiene la Santelli – che suonano come insulti razzisti. Sgarbi chieda scusa alla Calabria”.

 

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