Torano, il caso Villa Rosa: monumento allo spreco calabrese

VIDEO-FOTO | Una storia lunga oltre quarant'anni per questa struttura costruita con soldi pubblici e mai entrata in funzione. La denuncia del deputato Alessandro Melicchio

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di Salvatore Bruno
14 settembre 2018
22:55

Il cancello è aperto e le porte spalancate. Tra i campi incolti di Torano Castello, vicino il cimitero comunale, ad interdire l’ingresso di Villa Rosa c’è solo una sbarra facilmente aggirabile. La ruggine ne tradisce l’età: sarà sotto le intemperie almeno da vent’anni. La struttura invece ha già superato quota 40.

Storia lunga e travagliata

I lavori di costruzione degli edifici, di proprietà dell'amministrazione comunale, cominciarono nel 1975: avrebbe dovuto ospitare una casa di riposo. La pubblica amministrazione comprò il terreno per 120 milioni di lire e investì quasi un miliardo e mezzo per la costruzione dell’edificio. Ma di anziani, all’interno di queste mura, non se ne è vista neppure l’ombra. Negli anni novanta si dovette procedere ad una ristrutturazione dell’immobile ormai fatiscente. In quella fase Villa Rosa fu ampliata per farne una struttura socio assistenziale, con una spesa di circa 800 milioni. Anche in questo caso però, non è mai entrata in funzione. (L'articolo continua sotto il video)


 

Le promesse mancate

Due sono le cose certe: la prima è che i politici di turno hanno utilizzato questo luogo per millantarne la messa in esercizio e per promettere posti di lavoro, la seconda è che 43 anni dopo la posa della prima pietra, qui si respira solo l’odore acre delle migliaia di euro andate in fumo. Un monumento allo spreco, depredato di mobili e suppellettili, con ascensori mai utilizzati e addirittura una piscina per la riabilitazione.

La denuncia del parlamentare Alessandro Melicchio

A sollevare il caso è stato nei giorni scorsi il deputato pentastellato Alessandro Melicchio, originario proprio di Torano, secondo il quale la Regione aveva anche manifestato l’intenzione di stanziare un milione e mezzo di euro per procedere all'ennesima ristrutturazione, questa volta per mettere il complesso a disposizione della Protezione Civile, da utilizzare in caso di calamità. Per questo in primavera l’area esterna era stata anche ripulita dalle sterpaglie. Dai controlli effettuati dai tecnici, di cui restano ancora visibili tracce, sarebbero però emersi problemi di staticità. In altre parole ci sarebbe il rischio di crollo in caso di terremoto. Per questo l’ipotesi sarebbe già tramontata.

Giornalista
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