A processo

Operaio morto al porto di Gioia Tauro, tra i rinviati a giudizio anche Agostinelli: «Fiducia nella magistratura»

A darne notizia in una nota lo stesso presidente dell'Autorità di sistema portuale. Agostino Filandro perse la vita il 21 giugno del 2019 mentre lavorava sul molo dello scalo. A processo cinque persone (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Agostino Pantano
12 aprile 2023
13:20
Nel riquadro la vittima Agostino Filandro
Nel riquadro la vittima Agostino Filandro

Il gup di Palmi ha rinviato a giudizio il presidente dell'Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli ed altri dipendenti dell'Autorità in relazione alla morte di Agostino Filandro, di 42 anni, avvenuta il 21 giugno 2019 in un incidente sul lavoro avvenuto nell'area del cantiere nautico dell'azienda ZenMarine sul molo di ponente del porto di Gioia Tauro.

A rendere nota la decisione il presidente dell'Autorità portuale Andrea Agostinelli:  «Nella giornata di ieri il Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Palmi ha deliberato il rinvio a giudizio del sottoscritto, di altri dipendenti dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio e, finanche, di due guardie giurate in servizio al gate per la morte del signor Agostino Filandro, occorsa il 21 giugno del 2019 nei pressi di un cantiere navale ubicato nella zona di ponente del porto di Gioia Tauro». Oltre Agostinelli gli altri rinviati a giudizio sono Mario Piromalli, Marcello Filocamo, Pasquale Sorgiovanni, Giancarlo Timpano


Omicidio colposo e mancata vigilanza per la sicurezza sul lavoro, sono le principali ipotesi di reato su cui risponderanno gli imputati, al primo esito di una vicenda giudiziaria che non ha solo risvolti penali. È lunghissimo infatti il braccio di ferro legale che l'Autorità di sistema portuale, sotto la guida di Agostinelli, ha ingaggiato con il gruppo Zen, dell'imprenditore Antonio Zito. All'origine dello scontro il ritiro della concessione che autorizzava, pur senza un bacino di carenaggio, la costruzione di imbarcazione di lusso lungo una banchina che, invece, l'ente portuale vuole destinare per altre attività. Il decesso, per colpa di una gru con cui la Zen stava effettuando dei trasporti, ha tra i suoi effetti tragici anche il dramma che ha colpito la famiglia dell'imprenditore gioiese, Filandro infatti era suo nipote.

«Nel ricordare – aggiunge il presidente Agostinelli - lo sforzo relativo al rispetto e all’osservanza delle norme per la sicurezza nei luoghi di lavoro che, da sempre, ha improntato l’operato di questa Autorità di Sistema portuale, non posso che registrare sconcerto e grande amarezza per l’esito dell’Udienza preliminare. Allo stesso tempo, manifesto grande fiducia nell’operato della Magistratura, certo che il Tribunale di Palmi saprà individuare le reali responsabilità di quella tragedia. E a questo proposito evidenzio – conclude Agostinelli - come la sentenza n° 2948 del Consiglio di Stato giudicò perfettamente legittimo l’operato di questa Autorità di Sistema portuale, allorquando pronunciò la decadenza della concessione rilasciata al cantiere, per gravissime inadempienze del suo titolare».

Quello che ha portato alla pronuncia del Gup, in realtà, non è che il secondo troncone penale rimasto in piedi dopo il patteggiamento chiesto e ottenuto dai titolari dell'azienda per cui l'operaio stava prestando servizio quella mattina. La Zen, infatti, aveva affidato alla cooperativa Modulus dei lavori da eseguire, e proprio per questa impresa Filandro aveva avuto accesso quella mattina nell'area portuale. Titolari della Modulus sono due nipoti di Zito, Antonio e Girolamo, e quindi cugino della vittima, che avevano patteggiato in un precedente processo una pena a 2 anni e 8 mesi.

 

Giornalista
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