Territorio avvelenato

Crotone, la bonifica tarda a partire e il comitato “Fuori i veleni” scende in piazza: «In ballo la salute di tutti noi»

VIDEO | Dopo oltre 3500 adesioni raccolte dalla petizione online e con la conferenza dei servizi in fase di stallo, il collettivo trasversale ieri e oggi ha deciso di andare in strada per informare la popolazione e rilanciare la mobilitazione

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di Procolo Guida
5 maggio 2024
10:21

Dopo la conferenza istruttoria tenutasi al ministero a Roma sulla bonifica dai veleni degli ex siti industriali fronte mare a Crotone, è dura non registrare una ulteriore fase di stallo che rischierà di tardare ulteriormente la ultra decennale aspettativa dei crotonesi di vedere almeno iniziare un processo di restituzione di un’area così vasta ed importante della città ed, ancora prima, percepire una maggiore sicurezza sanitaria. 

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Così il Comitato trasversale “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere” ha voluto rilanciare coinvolgimento e comunicazione diretta con i cittadini per «stanare l’ennesimo ritardo rispetto alle polemiche divampate tra rappresentanti istituzionali». Gli ex sindaci ed amministratori, ben 6 consiglieri comunali in carica, assieme ad associazioni e liberi cittadini ed all’ex governatore Mario Oliverio, hanno deciso, da ieri, di allargare la raccolta firme scendendo in Piazza della Resistenza (visto che la petizione online è arrivata ad oltre 3500 adesioni) per chiedere innanzitutto, e con maggiore forza, che i veleni siano portati fuori dalla città di Crotone. «Un problema che riguarda la salute di tutti noi e che non possiamo più ignorare - ha ribadito Carmine Talarico, già sindaco e presidente della Provincia, protagonista degli anni ’90 di una protesta eclatante contro il colosso di Stato Eni - oggi più che mai è necessario che la deputazione calabrese prenda posizione per evitare una compromissione più elevata rispetto a quella con Eni, con un piano dei rifiuti regionale che riapre tutta la geografia dei siti di smaltimento che coinvolge gli interessi anche di A2A, che è l’altro colosso, anch’esso a partecipazione pubblica da parte di Regione Lombardia e Comune di Brescia, sbarcato a Crotone ed in Calabria da tempo».


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Ed oltre all’allarme rilanciato oggi da Talarico rispetto alla lettera che l’ex governatore Oliverio aveva inviato al sindaco Voce ancora prima della Conferenza dei servizi di venerdì scorso, c’è la già deputata cinquestelle Elisabetta Barbuto che si preoccupa anche del disorientamento dell'opinione pubblica: «La nostra compattezza al di là di posizioni politiche così divergenti - specifica l’onorevole Barbuto che fa riferimento alla presenza nel Comitato anche di esponenti di Fratelli d’Italia e di altri rappresentanti del centro destra oltre alle posizioni di tutto il Pd - è la dimostrazione concreta della serietà ed urgenza rispetto ad una emergenza sanitaria ed ambientale così evidente; per cui ogni singola firma e sostegno è fondamentale, non per questo Comitato ma per gli interessi collettivi di questa comunità».

Così come è forte e deciso il riferimento alle posizioni del sindaco Vincenzo Voce che sin dallo speciale di Dentro la notizia di oltre un mese fa, ha di fatto aggiustato il tiro più volte sul tema specifico e dirimente di dove devono essere smaltiti i rifiuti velenosi delle ex fabbriche: «Noi consiglieri che abbiamo sostenuto la candidatura del nostro primo cittadino Enzo Voce - sottolinea Salvo Riga, oggi fuoriuscito dalla maggioranza e capogruppo di Azione in Consiglio comunale - stiamo proseguendo con le stesse battaglie ambientaliste che il sindaco Voce stenta a ribadire ad Eni ai tavoli istituzionali smettendo con una ambiguità che fa male alla città che è in pericolo se dovesse cambiare l’attuale progetto di bonifica».

L’azione di sensibilizzazione e raccolta firme che questa mattina si sta spostando sul lungomare cittadino è fortemente sostenuta anche da tanti cittadini ed associazioni come l’Arci: «I cittadini, così come associazioni e rappresentanze sindacali, hanno indubbiamente perso fiducia nelle istituzioni - specifica non sconsolato Filippo Sestito, dell’Assemblea nazionale dell’Arci - è dunque indispensabile scendere in piazza per ritrovare forza insieme, ed insieme tornare a difendere il territorio così come, insieme, qualche anno fa si riuscì a scongiurare la nascita di una discarica di scopo a Giammiglione con una grande manifestazione di oltre 10.000 cittadini esausti ed indignati».

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