Eolico, dodici imputati salvati dalla prescrizione

Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha sentenziato l'estinzione per intervenuta prescrizione dei reati addebitati a imprenditori, funzionari regionali e componenti il Nucleo Via, nella realizzazione del Parco eolico a Spezzano della Sila. Resta in piedi solo il filone crotonese della maxi inchiesta nome in codice 'Eolo'
di Gabriella Passariello
21 gennaio 2016
13:42

Non si saprà mai  se effettivamente esistevano le accuse di falso, corruzione e abuso di ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del Parco eolico a Spezzano della Sila. Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha pronunciato l’estinzione dei reati per intervenuta prescrizione addebitati a dodici imputati  tra funzionari regionali e componenti del Nucleo Via  coinvolti nel filone cosentino di una più vasta attività di indagine, nome in codice “Eolo”. 


Si tratta del funzionario regionale all’Ambiente Salvatore Antonio Caruso, 54 anni, di Cassano,  il componente del Nucleo Via, Egidio Michele Pastore, 62, di Rende; gli imprenditori Mario Lo Po e Mauro Nucaro (ex presidente del Cosenza); Mario Cosentini, Michele Cosentini, Ernesto Cosenza, Salvatore Curcio, Vittoria Imeneo, Raffaele Suppa, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli. Altri otto imputati coinvolti nella stessa inchiesta, tra cui anche l’attuale consigliere regionale Giuseppe Graziano furono assolti  il 7 marzo del 2014. Secondo l'accusa formulata dalla Procura Caruso in qualità di funzionario nell'assessorato regionale all'Ambiente, Pastore, membro del Nucleo Via, Graziano direttore generale dell'assessorato all'Ambiente nonché presidente del Nucleo Via, tutti pubblici ufficiali, «ricevevano in cambio dell'attività contraria ai loro doveri di ufficio la promessa del 10% dei ricavi ottenuti e poi il trasferimento del 10% della quota della Cesp Calabria srl, trasferimento effettivamente avvenuto nel 2007 tra il Nucaro ed il Cosenza, fiduciario dei tre pubblici ufficiali, con il consenso dei Cosentini e del Lo Po». I componenti del nucleo Via avrebbero intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla ditta Cesp Calabria richiedente la compatibilità ambientale del progetto relativo alla realizzazione del Parco eolico in Spezzano della Sila denominato “Mucone”, vantaggio che sarebbe stato costituito dal successivo rilascio dell'autorizzazione e costituito «dai profitti derivanti dalla cessione della stessa autorizzazione e dal futuro utilizzo del Parco eolico, oltre che ad arrecare un serio danno all'Ambiente e al Paesaggio».

 

In particolare i componenti del Nucleo Via oltre ad affermare il falso nel corpo del parere e ad omettere di svolgere le attività istruttorie previste, avrebbero espresso durante la procedura di screening «parere favorevole al progetto per la realizzazione del predetto Parco escludendo il progetto dall'ulteriore procedura di Via, sebbene questa fosse imposta dalla legge per tutti i progetti che interessano zone che ricadono anche parzialmente in Sic (siti di importanza comunitaria) e Zps (zone a protezione speciale)». Accuse che si traducono in una bolla di sapone con un’assoluzione” a metà  per intervenuta prescrizione. Almeno per quanto riguarda il filone cosentino sull’eolico.

 

E’ invece ancora in corso il processo  sul primo filone investigativo,  quello più importante, quello crotonese, con la  più grave contestazione formulata dagli inquirenti: associazione a delinquere, che ha coinvolto tre società e otto persone, tra cui l’ex vice presidente della Giunta calabrese, Nicola Adamo, e l’ex dirigente esterno del settore commercio artigianato ed energia del dipartimento Economia della Regione, Carmelo Misiti. Quest’ultima tranche di indagine ruota attorno ad una presunta maxi tangente che sarebbe stata promessa ed in parte sborsata per la realizzazione del parco eolico “Pitagora” di Isola Capo Rizzuto e per l’adozione da parte della Regione Calabria delle “Linee guida sull’eolico”. L’udienza è calendarizzata per il prossimo 16 febbraio

Gabriella Passariello

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