Favori al clan Bellocco, chiesti otto anni di carcere

Sul banco degli imputati sei persone coinvolte nell'operazione "Abbraccio". Per il giudice Giusti convolto nella stessa inchiesta è in corso il dibattimento davanti al Tribunale collegiale
di Gabriella Passariello
20 febbraio 2015
16:38

Il pm distrettuale Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro ha chiesto in aula otto anni di carcere per tutti e sei gli imputati coinvolti nell'inchiesta sui presunti favori al clan Bellocco di Rosarno.  Al termine della requisitoria il pubblico ministero ha chiesto al gup del Tribunale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro che venga inflitta la stessa pena a carico di Domenico e Rosso Bellocco, Domenico Punturiero, difesi dagli avvocati Vincenzo Cicino, Guido Contestabile , Giuseppe e Rocco, Gaetano Gallo, difesi dall'avvocato Nunzio Raimondi. Il gup ha rinviato l'udienza al prossimo 14 marzo. Va avanti con rito ordinario  il processo già incardinato al Tribunale di Catanzaro nei confronti del principale imputato, il giudice Giancarlo Giusti, la cui udienza è prevista il 14 maggio. Tutti sono coinvolti nell'inchiesta scaturita dall'operazione "Abbraccio" e le accuse a loro carico vanno, a vario titolo, dal concorso esterno in associazione mafiosa alla corruzione in atti giudiziari aggravata dall'agevolazione mafiosa. Le indagini, secondo gli inquirenti, avrebbero consentito di documentare, con il supporto di numerose intercettazione telefoniche ed ambientali in carcere, che Giusti, in qualità di magistrato componente del collegio del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, avrebbe favorito la scarcerazione di elementi considerati di vertice della cosca di 'ndrangheta dei Bellocco operante sul territorio di Rosarno. Secondo le ipotesi accusatorie, avrebbero operato in concorso fra loro «nel quadro di un'unica determinazione criminosa finalizzata – evidenzia l'ordinanza – a commettere il reato di corruzione in atti giudiziari, avendo posto in essere tali condotte per consentire il ritorno in libertà di tre esponenti di rilievo della cosca». In particolare, Giuseppe e Gaetano Gallo sono accusati di aver stretto l'accordo corruttivo per ottenere la scarcerazione del loro congiunto Rocco Gaetano tramite Domenico Bellocco, che avrebbe contattato il giudice Giusti; Rocco Gaetano Gallo per aver sborsato 40mila euro; Rocco Bellocco per aver stretto l'accordo corruttivo e pagato il giudice Giusti; Domenico Punturiero per aver fatto da intermediario.


Gabriella Passariello


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