In coma dopo il parto, nominato un collegio di periti

Riprendono a ritmo serrato le indagini sul caso di Catia Viscomi. La Procura ha nominato tre professionisti, uno dei quali noto alle cronache nazionali per il processo Parolisi e per il caso Claps
di Gabriella Passariello
17 febbraio 2016
17:15

Sono ripartite a ritmo serrato le indagini sul caso di Catia Viscomi, l'oncologa in coma da venti mesi dopo aver dato alla luce il 17 maggio 2014 con un parto cesareo il suo primo figlio all'ospedale Pugliese- Ciaccio di Catanzaro. A distanza di un mese da quando il gip Giuseppe Perri ha respinto la richiesta della Procura di archiviare un capitolo giudiziario ancora tutto da chiarire, il sostituto procuratore Debora Rizza oggi ha nominato un collegio di periti, formato da tre professionisti, uno dei quali è Francesco Introna, ordinario di Medicina legale dell'Università di Bari, noto alle cronache nazionali per essere stato consulente nel delitto Rea, nel caso Claps, in quello dei fratellini di Gravina e dei fidanzatini di Policoro e consulente di parte per Raffaele Sollecito. Il collegio dei professionisti dovrà verificare l'esistenza di altre responsabilità mediche oltre quelle già accertate in capo all'unica persona indagata nell'inchiesta un'anestesista del Pugliese, successivamente deceduta. Era stato proprio l'intervenuto decesso dell'anestesista a spingere la Procura di Catanzaro ad archiviare il caso. Una motivazione, però, non sufficiente secondo il gip per mettere nel cassetto delle indagini con troppe ombre, indagini espletate in maniera carente e del tutto parziali. A partire dalle modalità della morte dell'unica indagata nell'inchiesta, dovuta ad un suicidio, modalità che però non risulta agli atti dell'inchiesta e che potrebbe svelare altri retroscena. E se normalmente quando ci si trova di fronte ad un omicidio colposo o si indaga come atto dovuto tutta l'equipe medica o si apre un fascicolo contro ignoti dove vengono sentiti tutti i soggetti interessati, in questo caso, a parere del gip non è stato fatto nemmeno questo. Anomalie, indagini parziali, ricostruzioni poco aderenti alla realtà dei fatti che impongono la prosecuzione dell'inchiesta. Una vicenda rispetto alla quale si è attivato anche il Ministero alla salute, che parla di un percorso assistenziale non adeguato alle condizioni della paziente nelle fasi di gestione del parto, segnalando alla Regione l'urgenza di acquisire ogni elemento utile.

 


 

E il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Colletti ha già annunciato un'interrogazione parlamentare al Ministero alla Salute per andare fino in fondo a questa storia, chiedendo azioni disciplinari per i vari livelli direttivi eventualmente responsabili della vicenda. Non sono stati vani gli appelli dei familiari della vittima che fin dall'inizio e non solo all'interno dell'aula a porte chiuse di Palazzo Ferlaino, si sono opposti alla richiesta di chiudere un caso che potrebbe contemplare altri nomi nel registro degli indagati, manifestando finanche sotto la sede della Procura, urlando giustizia così come l'ha urlata durante una fiaccolata, la comunità di Soverato, dove Catia è sempre vissuta. Tutti uniti nell'incitare Catia a non mollare nella speranza che possa rialzarsi da quel letto di ospedale dove si trova sospesa tra la vita e la morte e abbracciare il suo piccolo Aldo, il figlio che ha sempre desiderato ma che non ha potuto guardare negli occhi nemmeno per un istante.

 

Gabriella Passariello

 

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