Caso Bergamini, il procuratore Facciolla non crede al suicidio. Verso la riapertura dell'indagine

Caso Bergamini, il procuratore Facciolla non crede al suicidio. Verso la riapertura dell'indagine
di Redazione
22 dicembre 2015
13:33

"Non escludo la riapertura del caso". A dichiararlo il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, che, in una intervista a Rai Sport, ha ribadito di voler andare fino in fondo alle indagini, "soprattutto per una mia impostazione professionale".


Facciolla condivide i dubbi sulla archiviazione iniziale delle indagini su Bergamini, archiviata all'epoca perchè la morte fu attrubuita al suicidio. Tesi che non convince per nulla il procuratore, pronto a riaprire le indagini, per portare alla luce, e infine chiarire, i tanti punti oscuri di questa vicenda.



"Bisognerebbe fare un salto nel passato per analizzare il tessuto sociale dell'epoca - ha spiegato alla Rai Bergamini - quel che è certo è che ci sono zone d'ombra che creano sconcerto. Come alcune lesioni di cui si parla e l'asfissia indotta da un sacchetto di plastica o qualcosa del genere, che ho visto come qualcosa di molto forte. Ho anche qualche dubbio all'idea di poter pensare che un atleta che aveva una affermazione di questo tipo, all'apice del successo, improvvisamente di punto in bianco decida di farla finita, con una modalità così cruenta e repentina". Dubbi più volte rilanciati dalla famiglia Bergamini in questi anni, e ora pubblicamente accolti dalla procura della Repubblica di Catanzaro, che prepara a riaprire le indagini, e probabilmente a riesumare il corpo dell'ex giocatore del Cosenza. 

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