Il verdetto

La Questura revoca il porto d’armi al campione calabrese di tiro a segno, i giudici glielo restituiscono: la disavventura di Mattia Scodes

Il ventenne di Fiumefreddo Bruzio, medaglia d’oro agli Europei in Norvegia, stava per vedere la sua carriera stroncata «per cattiva condotta» solo perché, nel 2023, fu visto in compagnia di un uomo già denunciato per uso di stupefacenti

62
di Marco Cribari
19 aprile 2024
13:20

A soli vent’anni è già un campione di tiro a segno, membro in pianta stabile della Nazionale juniores e medaglia d’oro ai campionati europei disputati in Norvegia. L’ascesa irresistibile di Mattia Scodes da Fiumefreddo Bruzio, però, stava per essere frenata da una brutta tegola piovutagli addosso lo scorso 3 febbraio: la revoca della licenza di porto di fucile a uso sportivo disposto dalla Questura di Cosenza.

Roba da stroncare la carriera di uno degli astri nascenti di questa disciplina sportiva, ma per fortuna ci ha pensato il Consiglio di Stato a sospendere in via cautelare quel provvedimento, come rilevato dai giudici, proprio in ragione «dei danni gravi e irreparabili» che stava per comportare.


All’epoca, a determinare la revoca della licenza sono tre controlli di polizia eseguiti in tempi diversi nel 2023. Per due volte, gli agenti notano Scodes nella piazza di Paola in compagnia di un ragazzo già segnalato in Prefettura per il consumo di uno spinello. In un’altra occasione, invece, lo vedono insieme a un conoscente già coinvolto, in passato, in un incidente stradale causato dalla sua guida in stato d’ebbrezza.

Cosa c’entra in tutto questo il campione cosentino? Nulla, ma tanto basta per spingere la Questura a inibirgli il possesso e l’utilizzo del fucile sul presupposto del deficit di buona condotta. «Decisione lesiva e sproporzionata» la definisce l’avvocato Oreste Morcavallo, difensore di Scodes, nel proporre ricorso al Tar della Calabria. Quest’ultimo, però, dà poi ragione alla Questura, rendendo anche esecutiva la revoca della licenza.

La musica cambia davanti al Consiglio di Stato. Stavolta, il ricorso presentato da Morcavallo trova una sponda nei giudici che riformano in parte la sentenza del Tar. L’atleta potrà detenere il fucile per allenarsi e partecipare a manifestazioni sportive. L’unica avvertenza è che le armi «dovranno essere detenute presso gli uffici del Commissario tecnico della Nazionale di tiro al volo» e portate sul luogo degli allenamenti o della gara con le cautele stabilite dalla Questura di Cosenza.

Giornalista
GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top