'Ndrangheta, confiscati beni per 217 milioni a imprenditore reggino

L’operazione ha portato al sequestro di terreni e fabbricati tra Calabria e Lazio. C’è anche il “Gioiello del Mare” di Brancaleone
di Redazione
6 ottobre 2016
07:35

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria, hanno eseguito nei confronti di un imprenditore reggino ritenuto intraneo alla ‘ndrangheta, locale di Africo (Rc), Antonio Cuppari, 52 anni, una misura di prevenzione personale e patrimoniale, confiscando in Calabria e nel Lazio beni per un valore pari a complessivi 217 milioni di euro.



Figurano 4 società commerciali, 137 fabbricati, 51 terreni, 26 veicoli e rapporti finanziari, tra i beni confiscati. Nei confronti dell'uomo le fiamme gialle hanno eseguito una misura di prevenzione personale (sorveglianza speciale per 3 anni) e patrimoniale, disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto il sequestro dei beni in Calabria e nel Lazio.
Tra i beni confiscati anche un noto complesso edilizio residenziale turistico, il "Gioiello del Mare" nella frazione Galati di Brancaleone.
La confisca giunge al termine di un'articolata attivita' investigativa della Guardia di Finanza, che ha accertato una ingiustificata discordanza tra reddito dichiarato e patrimonio a disposizione dell'imprenditore, risultato appartenente alla locale di 'ndrangheta di Africo. Nell'ambito dell'operazione Metropolis, conclusa nel 2013 con 20 arresti, Cuppari era stato arrestato in quanto gravemente indiziato del reato di associazione mafiosa, con la specifica imputazione di avere avuto la "dote" criminale del "vangelo".


 

Secondo l'accusa Cuppari avrebbe utilizzato i proventi delle attività delittuose commesse dall'associazione nella costituzione della società "R.D.V. S.r.l." titolare del permesso a costruire per il complesso il Gioiello del Mare e per la costruzione del complesso stesso". Le indagini si sono concluse nel 2014 con l'applicazione, nell'ambito dell'operazione "Mariage 2", della misura ablativa del sequestro su beni mobili, immobili e societari, riconducibili, tra gli altri, anche a Cuppari, per un valore complessivo pari a 419 milioni euro.
Nel 2016 Cuppari è stato condannato alla pena di 10 anni di reclusione, con l'applicazione delle pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

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