Operazione Robin Hood, sequestri per somme irregolarmente percepite

Secondo le indagini vi sarebbero state irregolarità nella gestione del progetto credito sociale. Nel febbraio scorso furono arrestate 9 persone
di Redazione
8 giugno 2017
06:11

Nuove irregolarità nella gestione del progetto regionale denominato “Credito Sociale” portate alla luce dall’attività investigativa svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia sotto le direttive della Procura della Repubblica di Catanzaro.

 


Le investigazioni svolte nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata Robin Hood, avevano portato, nello scorso febbraio, all’arresto di 9 soggetti, indagati, a vario titolo, per i reati di corruzione, peculato, turbativa d’asta e falso materiale in atto pubblico, in relazione all’ipotizzata esistenza di un “comitato d’affari” che avrebbe gestito discrezionalmente le risorse del progetto regionale.

 

I successivi accertamenti svolti dalle Fiamme Gialli vibonesi, hanno permesso di rilevare irregolarità anche nella nomina di un “Comitato di Gestione” costituito per curare l’istruttoria delle domande degli aspiranti al beneficio del “Credito Sociale”, che avrebbero potuto essere istruite, senza alcun costo aggiuntivo per la Regione, dal personale interno all’Ente.

 

Secondo l’ipotesi accusatoria, che ha già superato il vaglio del Tribunale del Riesame di Catanzaro, si sarebbe dapprima costituito l’organo in rassegna, e successivamente, senza l’avvio di idonee procedure di selezione a tutela dell’interesse della Pubblica Amministrazione, sarebbero stati nominati e, di conseguenza, contrattualizzati cinque professionisti, procurando a questi ultimi un ingiusto vantaggio patrimoniale - pari alle somme percepite in forza dei contratti professionali stipulati (237mila euro).

 

All’esito degli approfondimenti investigativi, nei confronti dell’ex Assessore al “Lavoro, Formazione Professionale, Famiglia e Politiche Sociali” della Regione Calabria è stato disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite dai suddetti professionisti, eseguito nei giorni scorsi dai Finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia.

 

In tale troncone di inchiesta risultano indagati: il commercialista Antonio Cusimano, 57 anni, di Catanzaro, già presidente del Comitato di Gestione; l’avvocato Francesco Perri 66 anni di Cosenza, già vice presidente; il commercialista Francesco Lia, 53 anni, di Reggio Calabria; gli avvocati Luigi Gullo, 44 anni, di Roma, Valerio Grillo, 65 anni, di Vibo Valentia, già componenti dell’organismo costituito il 18 marzo 2014.

 

Secondo l’accusa, l'allora assessore Nazzareno Salerno li avrebbe “intenzionalmente nominati per motivi esclusivamente personali e privati. In particolare Antonio Cusimano sarebbe stato scelto per rapporti di amicizia, mentre Valerio Grillo in virtù dell’appoggio elettorale”. Così facendo, Nazzareno Salerno avrebbe procurato loro “un ingiusto vantaggio patrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravita per la Regione Calabria pari ad circa 237 mila euro”.

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