VIBO, TESTIMONI DI GIUSTIZIA CHIEDONO PROTEZIONE

Dichiarano di non percepire una tutela adeguata al loro stato di testimoni di giustizia Giuseppe Grasso e Francesca Franzè. Il loro è un lungo percorso di collaborazione iniziato nel 2005. Ieri, davanti al tribunale di Vibo Valentia, hanno manifestato il loro disagio rivolgendosi alle istituzioni
26 giugno 2014
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VIBO VALENTIA - Non si sentono sufficientemente protetti dalle istituzioni, che percepiscono indifferenti o addirittura ostili. Per questo motivo, i coniugi Giuseppe Grasso e Francesca Franzè (nella foto), testimoni di giustizia dal 2005, hanno deciso di manifestare il loro disagio simbolicamente nel giorno dell’inizio del Processo Black Money, che li vede testimoni. Davanti all’ingresso del  Palazzo di Giustizia di Vibo Valentia, hanno messo in atto una protesta pacifica ma decisa nei toni e nelle richieste. Chiedono maggiore impegno alle istituzioni locali, per poter svolgere, insieme ai loro due figli, una vita il più possibile normale. Un appello lanciato con toni accesi, a chi, secondo le affermazioni dei Grasso, li avrebbe resi vittime di discriminazione nell’attribuzione della tutela. E di sicuro la vicenda che in questi anni ha visto i due testimoni di giustizia protagonisti di diverse manifestazioni, ma anche vittime di intimidazioni e minacce, continuerà a far parlare nei prossimi giorni. Perché l’accusa decisa alle istituzioni rischia di destabilizzare un’intera comunità che ha il diritto di sentirsi tutelata, e otterrà di sicuro una replica altrettanto risoluta dalle autorità locali chiamate in causa.

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