Vuole saldare i debiti del fratello morto. Equitalia si oppone

Il paradossale caso dei familiari di un imprenditore morto suicida
di Tiziana Bagnato
22 aprile 2015
12:11

Chiede di potere saldare ad Equitalia il debito che ha portato il fratello a morire suicida, ad impiccarsi nel magazzino della sua azienda lasciando una moglie e un figlio. Ma  secondo la società di riscossione tributi questo non è possibile. E’ paradossale, quasi machiavellico quello che sta accadendo ad una famiglia lametina che già solo due mesi fa si è vista strappare un marito ed un padre, Luigi Conetta, francese trapiantato a Lamezia Terme.
Moglie e figlio hanno scelto di parlarne durante il tavolo istituzionale del comitato Cento Candele, presieduto da Francesco Grandinetti e  nato proprio all’indomani della tragedia. Alla presenza del vicepresidente della provincia di Catanzaro Vittorio Paola,  di Mario Bonacci per Confesercenti, Michele Raffaele per Confcommercio e la presidente dell’associazione Caduceo, Anna Mancini, i parenti dell’imprenditore hanno raccontato i paradossi di una meccanica normativa che riguarda non solo Equitalia. Anche alla moglie, infatti, proprietaria soltanto di una casa, tra l’altro ipotecata, è stato impedito di versare la somma pari al valore dell’immobile.
La loro richiesta non è di non pagare quanto dovuto, anzi, il figlio, seppur giovanissimo, ha fatto uno studio approfondito di tutta la documentazione, proprio per venire a capo della vicenda e capire anche cosa abbia portato il padre ad un simile gesto. Ciò che la famiglia chiede è un aiuto a venire fuori da una situazione così  paradossale, ma anche che il loro caso possa diventare di esempio per tutti coloro che si trovano in una situazione simile e, magari, sbloccare un iter che potrà poi aiutare altri familiari di imprenditori morti così tragicamente.

Giornalista
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