Agricoltura

Caldo e siccità mettono a rischio la campagna olivicola, i produttori cosentini: «Aziende lasciate sole»

L’associazione provinciale Aic: «Siamo di fronte a una stagione straordinaria che bisogna contrastare con misure eccezionali»

 

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9 ottobre 2023
21:02

«Si profila un'altra annata difficile per l'olivicoltura. Le alte temperature che hanno segnato la stagione estiva collegata alla siccità rischiano di compromettere la campagna olivicola». Lo afferma Elisabetta Santoianni, presidente provinciale Associazione italiana coltivatori Cosenza, che ha raccolto lo sfogo e le preoccupazioni di molti produttori del territorio. Santoianni aggiunge: «Abbiamo forte preoccupazione che un prodotto di qualità che ha trainato l'agricoltura regionale, possa subire gravi contraccolpi con aziende lasciate sole nella fase più difficile in cui si dovrebbero raccogliere i frutti di un anno di lavoro che purtroppo non avrà gli esiti sperati». 

E ancora: «Le piante - denuncia -  stanno morendo a causa delle alte temperature che hanno interessato tutto il bacino del Mediterraneo. Dove compreremo l'olio e soprattutto chi farà speculazione per questa drammatica contingenza produttiva? Oltre a tutelare i produttori servirà mettere in guardia i consumatori che potranno ritrovarsi ad acquistare olio scadente, proveniente da chissà dove, a prezzi esorbitanti. L'olio rimane un caposaldo della buona alimentazione e proprio per questo serve recuperare la produzione e innescare una visione a lungo termine per contrastare la crisi climatica che interesserà il futuro del pianeta».


 Per l'Aic Cosenza «serve immaginare una strategia di interventi che permetta agli agricoltori di dar vita a campagne irrigue nella stagione estiva o misure volte a realizzare impianti irrigui che ottemperino ai bisogni delle piante e allo stesso modo inneschino un risparmio idrico e un consumo consapevole di acqua. Siamo di fronte - aggiunge - ad una stagione straordinaria di eventi che contrastata con misure altrettanto straordinarie, ragionando, magari, insieme agli altri assessorati agricoli delle regioni del Sud dove il fenomeno è più marcato». 

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