Zes, 17mila nuovi posti di lavoro entro il 2028 - VIDEO

La Zona Economica Speciale è stata presentata ieri dal governatore Oliverio e ha il suo perno nell'area portuale di Gioia Tauro
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5 aprile 2018
12:45

Crescita dell'export, crescita dei livelli occupazionali, crescita degli investimenti di capitale estero. Sono alcuni degli obiettivi della Zes della Calabria individuati dal Piano di sviluppo strategico approvato dalla Giunta regionale e presentato ieri a San Ferdinando dal governatore, Mario Oliverio: la Zona economica speciale ha il suo perno nell'area portuale di Gioia Tauro per poi estendersi ad altre aree portuali della Calabria (Vibo Valentia, Crotone e Corigliano), alle aree aeroportuali come Lamezia Terme e alle aree industriali “vocate”. Sulla scorta delle esperienze di altre Zes, il Piano di sviluppo strategico della Zes calabrese delinea gli impatti economici in termini anzitutto di incremento dell'export evidenziando che la Zona economica speciale «può intervenire sia per accelerarne la crescita, sia per diversificare i settori delle esportazioni».


Quanto alla crescita dei livelli occupazionali, secondo il documento strategico «la Zes può risultare uno strumento altamente efficace per la creazione di posti di lavoro: la crescita dei livelli occupazionali è comunque legata sia alla disponibilità di aree per l'insediamento di nuove imprese, sia alla crescita di quelle già presenti nella Zes, a fronte di nuovi investimenti sui quali si applicano le disposizioni di legge in materia di Zes».


Infine, va considerato l'impatto della Zes sul bilancio perché la Zona economica speciale - rileva ancora il Piano di sviluppo strategico della Regione - «trasferisce alle imprese le politiche fiscali previste dalla normativa vigente», cioè le agevolazioni e le incentivazioni: tra le agevolazioni si considerino il credito di imposta e l'iperammortamento. Le normative attuali infatti - conclude il documento - prevedono per le imprese che operano all’interno di una Zes l’ampliamento del credito d’imposta introdotto dalla Legge di stabilità del 2016 nel senso che «il credito d’imposta risulta essere più consistente perché commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti, entro il 31 dicembre 2020, fino a un ammontare massimo, per ogni progetto di investimento, di 50 milioni di euro», mentre «l'iperammortamento spetta alle imprese localizzate nelle Zes per gli investimenti effettuati sino al 31 dicembre 2020, con la finalità di supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi».

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