Dall'assemblea del Pd a Vibo richiamo all'unità in vista delle comunali

Le tensioni del Pd calabrese rimangono fuori dall'assemblea celebrata a Vibo Valentia martedì sera. Da tutti l'invito a sospendere la sfida tra le correnti per vincere le amministrative
di Redazione
5 maggio 2015
22:09

Censore, Mirabello, Ciconte, Magorno, Romeo, Puccio. Ma anche l'onorevole Soriero, tanti altri amministratori, e gli aspiranti sindaci che il prossimo 31 maggio affronteranno la sfida delle amministrative. Tra loro Antonio Lo Schiavo, il candidato del centrosinistra, padrone di casa oggi. Si è celebrata l'assemblea regionale del Pd. Assente il presidente della Regione Mario Oliverio, impegnato in una "fondamentale riunione sui fondi europei, una occasione fondamentale su cui stiamo lavorando senza sosta", ha detto Ciconte, giunto in sua rappresentanza. Assemblea aperta dal consigliere regionale Michele Mirabello e dal deputato del vibonese Bruno Censore e chiusa dal segretario regionale Magorno. Ad accendere la serata l'intervento di una militante di Siderno, Mariagrazia Messineo, che ha strigliato il partito per i cedimenti a Fuda, e per la poca attenzione mostrata nei mesi precedenti alle elezioni al caso-Platì, comune in cui non si presenterà nessuna lista.

Mirabello - "Le primarie sono una cosa seria e qui non è andata come sembrava ovvio. Ma ora andiamo avanti - ha dichiarato il consigliere regionale - Abbiamo bisogno di tutto il partito. Con tutti possiamo vincere la partita a Vibo. Attraverso l'impegno di tutta la dirigenza regionale del pd. L'assemblea a vibo è un segnale che il partito ha intenzione di vincere, grazie a Magorno per l'attenzione dimostrata al territorio". Un attacco all'ex consigliere regionale Giamborino, che nella città oggi sostiene il candidato di centrodestra Elio Costa, e un richiamo all'unità in vista dell'appuntamento elettorale a tutte le correnti. Richiamo che verrà replicato in tutti gli interventi dei dirigenti democratici.

Censore - L'onorevole ha voluto spiegare nuovamente il suo voto all'Italicum (come già aveva fatto con il nostro giornale) . "Dobbiamo lavorare per affermare il primato del pd. Ho votato l italicum con sofferenza ma non me la sentivo di non dare la fiducia a un governo del pd. Ma una volta approvata e firmata da Mattarella sarà legge della Repubblica. Resta una questione di carattere politico. Questa legge porta il Pd a diventare un grosso contenitore che guiderà il paese nel prossimo futuro. Io non sono renziano ma riconosco che il governo ha messo in campo leggi che in questo paese non si erano fatte. Falso in bilancio, responsabilità dei magistrati, jobs act". Infine il riferimento alla sfida di Lo Schiavo: "Ho sposato questa campagna. Lo Schiavo ha rotto con il passato ed è andato avanti senza compromessi. Ammimistrerà in maniera libera. Noi batteremo chi presenta delle liste di centrodestra travestite da civiche e si muove in continuità con chi ha rovinato questa città".   

Breve l'intervento di Ciconte, che ha portato i saluti del presidente della Regione, che sarà sabato a Vibo, e ha chiesto uno scatto d'orgoglio al Pd che deve consolidare la sua vittoria alle regionali con una conferma alle amministrative, unità fondamentale per vincere e per rilanciare i territori. Il vice presidente ha anche rivendicato i primi atti della giunta Oliverio, che sta sfidando poteri consolidati tagliando gli sprechi e impostando quelle riforme che dovranno portare la Calabria fuori dalla crisi.

Concessa tribuna anche ai candidati, ad Alessio di Gioia Tauro e Lo Polito di Castrovillari, che hanno chiesto il sostegno deciso dei vertici regionali del Pd, della Regione, che deve mostrare attenzione ai territori per riuscire a vincere. La sinergia tra Comuni e Regione a guida Pd è una formidabile "arma elettorale" a cui nessun candidato può rinunciare. Ha di certo il sostegno dei vertici regionali il candidato di Vibo, Antonio Lo Schiavo, che oggi può godere del sostegno pubblico del partito intero, che sceglie di tenere dietro le quinte le frizioni degli ultimi mesi. Il giovane notaio ha ringraziato Magorno per l'attenzione mostrata e ha posto due problemi all'assemblea.

"Due questioni: le regole e come si sta insieme in un partito. Le regole impongono che dopo le primarie chi vince deve essere sostenuto da chi perde. A Vibo le regole sono saltate. Non è accettabile che chi perde le primarie dà candidati a sostegno del centrodestra. La partita non riguarda Antonio Lo Schiavo - ha aggiunto - qui stiamo portando avanti una battaglia simile a quella nazionale, una battaglia di rinnovamento. Tutti ci abbiamo messo la faccia, e ringrazio i tanti amichi che hanno deciso di raccogliere questa sfida insieme a me". Nuovo riferimento a Pietro Giamborino, candidato di Centrodemocratico alle primarie del centrosinistra e ora sostenitore di Elio Costa. Una ferita per Lo Schiavo, che invoca anche per questo, ripetutamente, il rinnovamento.

Siderno e Platì- Critiche durissime al partito sono arrivate da Mariagrazia Messineo, militante del Pd di Siderno. Nella città i democratici hanno deciso di fare un passo indietro e hanno lasciato la candidatura all'ex senatore Pietro Fuda, un rappresentante di Centrodemocratico. "Mi aspettavo che il Pd non rinunciasse a una partita tanto importante, un Comune che fino a poco tempo fa era in mano alla 'ndrangheta e alla massoneria. La mafia non è solo a Platì, ma anche nei grandi centri come Siderno.

Magorno - Anche il segretario regionale ha invocato l'unità del Pd, la casa di tutti, chiudendo l'assemblea. "Sabato con Oliverio e Lo Schiavo diamo un altro segnale dell'unità del partito intorno al candidato. Dobbiamo essere noi il motore dell'unità, la nostra strada, la strada di governo, è lunga e difficile ma quella strada bisogna perseguire. Anche ieri Renzi ha continuato a richiamarsi all'unità". Un riferimento anche al caso di Platì, "una cittadina che è in pericolo da trent'anni per le infiltrazioni della 'ndrangheta". Per combattere le mafie, secondo Magorno, "dobbiamo sostenere quelle migliaia di amministratori locali, vicini al territorio, che  le combattono veramente".

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