Giamborino e i selezionati del Pd all’Aterp di Vibo

E Daffinà disse: 'Eh che ti devo dire…'
di Pietro Comito
5 marzo 2015
11:16

Non si arroghi, Pietro Giamborino, un merito che non gli appartiene. L’ex consigliere regionale vibonese, uscito sconfitto dalle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco alle elezioni comunali di primavera, intervistato dall’ottimo Giuseppe Mazzeo su 21Righe.it, ha detto: «Ma quello che si è consumato in questa competizione ha dell’assurdo, bastava dare un’occhiata per vedere chi è andato a votare. Gente che forse mi ha voluto far pagare - parole sempre di Giamborino - qualche denuncia che ho fatto e che ha portato all’intervento anche della magistratura».


La deduzione a cui perviene 21Righe.it, non smentita dall’interessato, è che Giamborino parlasse «del caso dell’Aterp» di Vibo Valentia. Pertanto sarebbe stato Giamborino, con una sua “denuncia” (a chi non è chiaro) a scoperchiare la vicenda dei 36 contratti destinati per circa la metà a dirigenti, iscritti o amministratori del Partito democratico, ciò in forza ad un progetto di ricognizione del patrimonio immobiliare delle Aterp finanziato con 1,4milioni di euro di fondi pubblici.



A stretto giro, nella serata di ieri, ha diffuso un comunicato stampa il commissario straordinario dell’Aterp Tonino Daffinà, del quale riportiamo la parte finale: «Riguardo l’Aterp di Vibo Valentia da quattro anni a questa parte ogni cosa è stata fatta alla luce del sole – ha scritto Daffinà - e la presunta denuncia fatta da alcuni organi di stampa che oggi scopriamo, per ammissione dello stesso esponente politico di centrosinistra, ispirata dallo stesso Giamborino, altro non è che una farsa che sarà smascherata presto proprio grazie all’operato, che sappiamo caratterizzato dalla serietà e dalla perizia, della magistratura vibonese e della Guardia di Finanza».


Bene, mettiamo adesso un po’ di ordine. Intanto il caso è stato sollevato da un nostro servizio - un servizio di Lacnews24.it - e la Prefettura, la Procura e la Guardia di Finanza sono intervenute in seguito al nostro servizio, poi ripreso anche da altre testate. Giamborino non si arroghi un merito che non gli appartiene, quello della denuncia, né si permetta di lasciare intendere che sia stato egli la nostra fonte, perché sa benissimo che non è affatto così.


Quanto a Daffinà, farebbe meglio ad evitare di parlare di “farsa” o di “presunta notizia”. D’altro canto le notizie pubblicate nel servizio che aprì il caso, furono riscontrate dalla nostra testata con una fonte qualificatissima, ovvero egli stesso. E questa registrazione ne è la prova.

Giornalista
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