IL PD 'GIOCA' A RIFARE CAPOSUVERO. CANALE CANDIDATO DEI RENZIANI. MA OLIVERIO NON SI FERMA

Ai cuperliani il compito di convincere Mario Oliverio a ritirare la sua candidatura alle primarie del prossimo 21 settembre.
4 luglio 2014
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LAMEZIA TERME - Magorno e i suoi più stretti sodali che puntano su Massimo Canale uno dei più critici sull’attuale gestione del partito. La sinistra dem che rischia seriamente di spaccarsi sul nome di Mario Oliverio che, a quanto pare, con le firme in tasca non ha intenzione di fermarsi. Ma anche e soprattutto, il profondo malumore dei renziani della prima e della seconda ora, costretti a fare un passo indietro. Si gioca a scaricare la patata bollente da una corrente all’altra nel Pd che in vista delle primarie del prossimo 21 settembre rischia seriamente una nuova Caposuvero.

 


Il dato di fatto. I renziani proprio non vogliono Mario Oliverio. Basti pensare che il  fronte moderato ha praticamente rinunciato a una propria candidatura, a patto che il presidente della provincia di Cosenza faccia un passo indietro. “Non risponderebbe ai canoni di rinnovamento posti come presupposto basilare per aprire una nuova stagione politica”. Insomma, c’è chi è disposto a ingoiare rospi pur di mettere Ko il "valido amministratore". 

 

Gli interrogativi.  Ma davvero si sta puntando su Massimo Canale? O è soltanto una mossa al buio per vedere chi ci sta e chi lascia in anticipo la partita e per bruciare un altro nome? Le congetture, almeno per ora devono lasciare strada all’hic et nunc. Ieri a conclusione di un altro momento di dibattito i renziani hanno incaricato i  maggiori rappresentanti di Area riformista, la corrente dei bersanian-dalemiani guidata dal capogruppo dem alla Camera Roberto Speranza, di costruire l’unità del partito attorno alla figura di Massimo Canale. È lui il candidato sulle cui orme è stato condotto Lorenzo Guerini. Perché sparigliando in questo modo le carte si spalancherebbero le porte a nuovi “appassionanti” scenari.

 

Le regole del gioco. Per essere parte della competizione, servono almeno 107 firme dei 300 membri dell’assemblea calabrese. Quindi al massimo i candidati Pd possono essere due. Se poi un candidato raccoglie una firma in più del 65%, chiude i giochi e resta solo a misurarsi con eventuali altri concorrenti dei rimanenti partiti della coalizione. Un miraggio che potrebbe divenire realtà solo in caso di interventi ulteriori del “Nazareno”.

 

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