Movimenti sotterranei in casa Pd, Magorno rischia la maggioranza e infuriano le polemiche

Il segretario regionale Ernesto Magorno, sempre più traballante, si trova a dover fronteggiare spinte interne in ogni direzione
di Riccardo Tripepi
5 novembre 2015
09:01

Ci mancava adesso anche la fronda di Graziano Delrio. Il ministro delle Infrastrutture che da poco è stato a Reggio Calabria per un primo sopralluogo dopo il violento nubifragio degli scorsi giorni, viene dato in progressivo allontanamento dalle posizioni del renzismo ortodosso. I rapporti con il premier, in realtà, si sono raffreddati già da qualche tempo e si sono tradotti nel suo abbandono della carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il ruolo che attualmente occupa all’interno del governo nazionale.
Adesso, però, la questione si sta complicando a vista d’occhio. Sulle colonne di quotidiani nazionali molto ferrati in cose democrat come “La Repubblica”, sono arrivate indiscrezioni in merito a critiche piuttosto forti di Delrio in ordine agli ultimi accordi stretti con Denis Verdini. L’allargamento della maggioranza verso l’ex colonnello berlusconiano non è andata per nulla giù al ministro che pure, interrogato sulla questione, ha provato a glissare per evitare il divampare di una polemica ancora più dura che, almeno attualmente, non sarebbe in grado di gestire.
Però si fa sempre più consistente l’idea che Delrio stia studiando per ritagliarsi un posto in vista all’interno del Pd e di punto di riferimento per l’area critica nei confronti della gestione accentratrice di Renzi. E non manca chi ipotizza, in vista del congresso nazionale del partito previsto per il 2017, che possa essere proprio Delrio la personalità in grado di poter sfidare Matteo in una sfida che adesso sembra altamente complessa.
In Calabria, la più bersaniana delle Regioni d’Italia, si guarda con attenzione a tutti i movimenti di scala nazionale in un momento in cui la guida di Ernesto Magorno appare assai traballante e infuriano le polemiche in vista delle ormai prossime riunioni dell’assemblea e della direzione regionale del partito. Delrio, che da grande intessitore di relazioni lavora instancabilmente, ha già individuato qualche punto di riferimento anche nella nostra Regione. Non è sfuggito a nessuno, ad esempio, il feeling con il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino ha avuto sempre in Delrio l’interlocutore per le mille questioni di una città complicata come Reggio che viene fuori dallo scioglimento dell’amministrazione comunale e dal successivo periodo di commissariamento. Anche in occasione della recente missione del ministro per le Infrastrutture i due hanno avuto modo di dialogare, così come avevano fatto a Roma in tante altre occasioni. Altro rapporto privilegiato che Delrio ha costruito nel tempo è quello con la deputata cosentina Stefania Covello, attualmente componente della direzione nazionale del partito. Un’altra relazione da considerarsi pesante in caso dovesse davvero nascere una nuova area tra i renziani in qualche modo più critici rispetto alla prima fase dell’ascesa di Matteo.
Si tratta ovviamente di movimenti embrionali e di mere ipotesi di aggregazioni, ma sufficienti ad inquietare ancora di più il riposo del segretario regionale Ernesto Magorno che, mai come oggi, si trova a dover fronteggiare spinte interne in ogni direzione. Da qualche giorno è appena nata la corrente dei Democratici Progressisti che fa riferimento a Carbone e la polemica con i dem e la federazione cosentina è ai massimi storici dopo la scelta di inviare Ferdinando Aiello come commissario cittadino. Ulteriori movimenti, seppur sotterranei, potrebbe contribuire ulteriormente ad alterare i rapporti di forza all’interno del Pd dove Magorno rischia di non avere più la maggioranza.


Riccardo Tripepi


 

 

Giornalista
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