Rissa Pd in Consiglio regionale, la maggioranza crolla di nuovo e scoppia il caso politico -VIDEO

Prima lo scontro quasi fisico tra Giudiceandrea e Bevacqua, poi Guccione e Ciconte fanno mancare il numero legale. Per la sesta volta consecutiva il centrosinistra non riesce a garantire lo svolgimento regolare dei lavori. Salta così anche l'odg sui fatti di San Calogero

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di Riccardo Tripepi
4 giugno 2018
22:00

E con questo sono sei i Consigli regionali consecutivi in cui il centrosinistra non ha il numero legale per consentire il regolare svolgimento dei lavori. Un problema strutturale e politico, evidentemente, che dimostra in maniera implacabile l’implosione dell’attuale maggioranza. A nulla è valsa la durissima presa di posizione del governatore Mario Oliverio che, in occasione dell’ultima riunione dell’Assemblea, aveva invitato i suoi ad un maggiore senso di responsabilità. Anzi, stavolta, non si è presentato neanche lui in Aula per urgenti impegni istituzionali dell’ultima ora.

 


Circostanza stigmatizzata anche dal solito Carlo Guccione che aveva presentato diverse interrogazioni a risposta immediata, e tra queste una sulla sanità, che sono state rinviate proprio per l’assenza del governatore e anche del suo vice Russo. «In questo modo diventa inutile il nostro lavoro» ha tuonato Guccione rivolto al presidente Nicola Irto.

 

Ma che la giornata fosse particolarmente difficile per il centrosinistra lo si è capito nel momento in cui è arrivato in discussione un ordine del giorno su quanto accaduto a San Calogero e l’uccisione di Sacko Soumaila. L’odg, approntato da Michele Mirabello, voleva esprimere solidarietà alla famiglia dell’uomo ucciso e impegnare il governo regionale a seguire con attenzione la vicenda. Ne è nato un parapiglia infinito con reciproche accuse di strumentalizzazione della vicenda tra i banchi del centrosinistra e quelli del centrodestra. Un dibattito assai acceso, anche se del tutto fuori luogo considerata la delicatezza della vicenda, che ha portato a uno scontro quasi fisico i consiglieri del Pd Giuseppe Giudiceandrea e Domenico Bevacqua. Quest’ultimo, preoccupato dalla possibilità che il centrodestra facesse mancare il numero legale prima di una proposta di legge sui servizi di polizia locale, ha chiesto a Mirabello di ritirare l’ordine del giorno. Facendo imbufalire Giudiceandrea in duello dai toni così alti da rendere necessario l’intervento dei questori per spegnere il microfono di Bevacqua.

 

La seduta è poi andata avanti con l’esame dei rimanenti punti in discussione per consentire ai capigruppo di modificare l’ordine del giorno di solidarietà per i migranti ed evitare al Consiglio regionale la magra figura di uscire diviso anche su una vicenda di questa gravità.
Quando è arrivato però il momento dell’esame della proposta di legge in materia di “Disposizioni in materia funeraria e di Polizia mortuaria”, al momento della votazione, il presidente Irto è stato costretto a verificare l’assenza del numero legale e interrompere la seduta senza approvare neanche l’ordine del giorno sull’uccisione del migrante.

 

La minoranza ha abbandonato l’Aula perché non era stata accettata la proposta di inversione di ordine del giorno per discutere subito la mozione di Pasqua sull’autonomia differenziata e, a quel punto, ad affossare i compagni di maggioranza ci hanno pensato Carlo Guccione e Enzo Ciconte che si sono dileguati nel nulla. Quindici i presenti rilevati dalla chiama. Sarebbe bastato un solo consigliere in più e il Consiglio avrebbe potuto proseguire i propri lavori. E se la condotta di Guccione non sorprende più di tanto, la decisione di Ciconte sembra destinata ad aprire un nuovo, l’ennesimo, caso politico in un centrosinistra ormai allo sbando.

 

L’amarezza di Michele Mirabello


«Sono molto amareggiato per la piega che ha preso il dibattito in Consiglio sull’ordine del giorno per dare la solidarietà alla famiglia del giovane ucciso a San Calogero mentre cercava del materiale per costruirsi un rifugio di fortuna. È un caso che interroga le nostre coscienze – ha detto ancora Mirabello - E invece su questa vicenda si è costruito un dibattito surreale in cui si sono inserite considerazioni sulle politiche migratorie che non erano l’obiettivo dell’ordine del giorno. Era di poche righe e non conteneva nessun elemento di divisione. Se non ci fosse stata quella inutile bagarre avremmo potuto raggiungere facilmente l’intesa. Non abbia avuto la maturità per farlo e il Consiglio ha perso un’occasione».

 

La posizione del centrodestra


«È grazie alla presenza responsabile della minoranza se oggi, per l’ennesima volta, è stato possibile approvare un provvedimento di legge, quello sulla polizia locale, presentato dal consigliere Neri, poiché la maggioranza non aveva, per la sesta consecutiva, i numeri necessari. E ciò, partendo proprio da chi avrebbe dovuto sostenerla, ovvero il presidente Oliverio, grande assente della seduta odierna».

È la nota congiunta dei consiglieri Gallo, Tallini, Orsomarso e Pasqua che rilanciano: «Abbiamo inoltre chiesto l’inversione dell’ordine del giorno per discutere una mozione del consigliere Pasqua sull’avvio del negoziato con il Governo per la sottoscrizione dell’intesa ex articolo 116, comma terzo della Costituzione- autonomia differenziata-. Poiché si è preferito ignorare la nostra richiesta, abbiamo ritenuto opportuno togliere il disturbo e abbandonare l’Aula. A questo punto alla maggioranza sono mancati i numeri. Si tratta di una maggioranza ormai a pezzi, i cui componenti, più volte, quest’oggi hanno litigato in Aula su questioni anche futili, ed il cui responsabile unico è il presidente Oliverio, coordinatore politico della maggioranza, il quale, in questi anni, ha preferito accentrare a sé ogni potere, alienando dal progetto politico i suoi consiglieri».

     

Riccardo Tripepi

Giornalista
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