L’attacco

Cdm a Cutro, le opposizioni contro il Governo: «Risposta tardiva, ancora silenzio su un naufragio evitabile»

Da Sinistra italiana al Partito democratico, da Azione al Movimento 5 stelle: pioggia di critiche su Meloni e i suoi dopo la riunione in Calabria

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di Redazione
9 marzo 2023
21:11
Tajani, Meloni e Salvini a Cutro
Tajani, Meloni e Salvini a Cutro

Pioggia di critiche da parte delle opposizioni dopo il Consiglio dei ministri celebrato a Cutro. Dito puntato contro il Governo Meloni e i provvedimenti adottati con il decreto legge sui migranti, mentre restano tanti gli interrogativi sui presunti mancati soccorsi in quella notte che ha visto morire decine di migranti nel mare crotonese. 

Fratoianni: «Meloni tace su naufragio evitabile»

«Tutto come previsto dalla sceneggiata del Consiglio dei ministri a Cutro». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. «Da una parte l'utilizzo delle parole di Papa Francesco - prosegue il leader di SI - per una propaganda dozzinale. Dall'altro una serie di norme bandiera e di slogan, il cui unico obiettivo non è tanto quello di rispondere ai fenomeni migratori e di organizzare a livello istituzionale italiano ed Ue una campagna sistematica di ricerca e soccorso in mare per evitare altri lutti, bensì di tentare di far dimenticare che la strage di Cutro poteva essere evitata e nascondere le responsabilità politiche della tragedia. Aggravata - conclude Fratoianni - da norme securitarie tanto feroci quanto inefficaci. Ma anche stavolta si sbaglieranno di grosso e si scontreranno con la realtà che è ben più forte dell'ideologia».


Calenda: «Politica del governo è follia delirante»

«La politica migratoria del governo è riassunta dal termine follia delirante. Hanno detto che vogliono fare un blocco navale e ci hanno vinto le elezioni, poi hanno detto che è colpa dei migranti se partono, poi però che li andranno a prendere lì. Poi dicono che però devono arrivare 500mila persone, ma vogliono restaurare i decreti sicurezza. Non è una politica, sono frasi in libertà. Ognuno in questo governo si alza e dice la prima cosa che gli passa per la testa sull'immigrazione». Così Carlo Calenda, leader di Azione, al margine dell'evento organizzato dal Terzo Polo a Roma sulla sanità, rispondendo a una cronista che chiedeva un commento su quanto avvenuto oggi in Commissione Affari Costituzionali della Camera. 

Boldrini: «Governo tace ancora su Guardia costiera» 

«In una Cutro blindata, chiuso nel palazzo del Comune, lontano dalle persone e dai parenti delle vittime, il Consiglio dei Ministri vara un decreto legge sull'immigrazione, il cui testo attendiamo di leggere nel dettaglio, che appare come un manifesto infarcito di reati-propaganda, di ovvietà, di contraddizioni e di pericolose restrizioni. Il governo Meloni, sotto la pressione dell'opinione pubblica turbata dalle tante vittime del naufragio e diviso al suo interno, annaspa e non riesce a formulare una politica di governance dell'immigrazione. Comunque neanche oggi, neanche dal luogo della tragedia, ci hanno detto perché la Guardia costiera non è uscita in mare a salvare i naufraghi. E questa domanda non può e non deve rimanere senza risposta». Ad affermarlo in una nota è Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico. 

Orfini (Pd): «Governo a Cutro è stata un'offesa» 

«Convoca un Cdm a Cutro. Spiega (nonostante l'evidenza) che non ci sono responsabilità nella strage. Difende un ministro indegno che la responsabilità l'ha data ai morti. Non è in grado di rispondere nel merito alle domande. Non è stata una passerella. È stata un'offesa». Così su Twitter Matteo Orfini, deputato del Partito democratico. 

Schlein: «Da governo messaggio tardivo e non sufficiente»

«È un messaggio tardivo, che viene dopo un lungo silenzio e anche un'assenza. Le misure le guarderemo, ma stiamo ancora aspettando una risposta da parte del governo. Il ministro Piantedosi, neanche in Aula ha risposto al fatto del perché sia uscita la Gdf invece della Capitaneria». Lo ha detto a 'Otto e mezzo' su La7 il segretario del Pd Elly Schlein commentando la decisione del governo di convocare la riunione del Consiglio dei ministri a Cutro. «Abbiamo svolto le pimarie perché ci fosse una linea politica chiara. E quella sui migranti è mai più finanziamenti alla Guardia Costiera libica e cioè alla linea Minniti. Poi, abolire la legge Bossi-Fini perché impedisce di venire in Italia regolarmente».  Per quanto riguarda le proposte messe in campo dal governo, Schlein dice: «Se si vorrà aprire una discussione seria sul decreti flussi ok, ma bisogna dire che con la protezione internazionale alla quale hanno diritto comunque le persone che ad esempio scappano dalla guerra come chi proviene dall'Afghanistan il decreto flussi non c'entra. Va cambiato il Trattato di Dublino, altrimenti le persone vengono bloccate nel paese dove arrivano. Tutte questioni che abbiamo provato ad affrontare in Europa, ma mai che qualcuno della destra abbia partecipato a questi incontri», continua Schlein che invoca «una Mare Nostrum europea».

Conte: «Con Meloni più sbarchi e governo litiga su misure»

«Per anni dall'opposizione Giorgia Meloni ha agitato la bacchetta magica del "blocco navale" per risolvere il dossier immigrazione. In realtà mirava solo a vincere le elezioni, proponendo misure e soluzioni ridicole, ma presentate con il piglio deciso di chi ha soluzioni "forti". L'unica certezza è che gli sbarchi aumentano e nel governo litigano pure sull'approccio da tenere per affrontare il tema». È quanto afferma su Fb il leader del M5S Giuseppe Conte. «Oggi - aggiunge commentando il Cdm del governo a Cutro - abbiamo avuto la conferma di un Presidente del Consiglio e di Ministri che cadono in contraddizione, incapaci di fornire un doveroso chiarimento in ordine alla incredibile catena di sottovalutazioni che ha portato alla strage di Cutro. Oggi è tutto chiaro e abbiamo compreso perché Salvini e Meloni non abbiano ritenuto opportuno venire in Parlamento a riferire su questa tragedia. Non avevano calcolato però che la trasferta a Cutro non li avrebbe sottratti alle scomode domande dei giornalisti. Non resta che bandire definitivamente le conferenze stampa e affidarsi esclusivamente al rito stucchevole degli "appunti di Giorgia". Tutto diventa più semplice e soprattutto si può fare tutto da soli: si pongono domande intelligenti e si forniscono risposte pensierose».

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