Regione, Viscomi precisa sui compensi PO/AP

Il vicepresidente ed assessore al personale della Regione Calabria, comunica le proprie specificazione riguardo le questioni sorte sui compensi per le Posizioni Organizzative (PO) e le Alte Professionalità (AP)
9 ottobre 2017
13:46
Antonio Viscomi
Antonio Viscomi

«In primo luogo deve evidenziarsi che la Giunta regionale, avendo ben presente le osservazioni avanzate in merito alle PO/AP nella relazione ispettiva del Ministero Economia e Finanze ed avendo consapevolezza dei compensi notevolmente più bassi previsti da altre amministrazioni per l'esercizio delle stesse funzioni, ha chiesto in tempo utile al Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane di ridefinire la relativa disciplina assicurando la riduzione della massa salariale del 5%, l'introduzione delle fasce di pesatura ed il vincolo della predefinizione degli obiettivi e della valutazione finale. Tutto ciò in linea, peraltro, con quanto già fin dall'inizio messo in atto per riportare ordine nel sistema dei compensi da erogare a favore dei dirigenti».

Gli obiettivi condivisi anche dai sindacati

Va poi segnalato- continua Antonio Viscomi- che dai verbali della delegazione trattante risulta che gli obiettivi della Giunta sono stati condivisi al tavolo di concertazione negoziale. Più precisamente, risulta che tanto il taglio del 5% quanto la ripartizione in due fasce sono stati fin dall'inizio considerati, da parte di alcuni rappresentanti sindacali, l'uno troppo basso e l'altro improprio e tuttavia, all'esito della negoziazione, come si può verificare leggendo gli stessi verbali negoziali, le organizzazioni sindacali, tranne una, hanno condiviso il regolamento relativo alle PO/AP con la decurtazione proposta, la ripartizione in fasce, il procedimento di valutazione. Responsabilmente, infatti, tutte le organizzazioni sindacali hanno operato per trovare un punto di equilibrio tra interessi diversificati e spesso contrapposti all'interno dello stesso personale regionale; anche chi ha espresso il parere contrario l'ha fatto sulla base di una valutazione complessa e più generale sulla funzione delle PO/AP nell'ambito dell'organizzazione burocratica regionale».



La riduzione sulla quota di retribuzione

Lo stesso vicepresidente, continua a precisare che «nella fase di applicazione del regolamento, il Dipartimento ha tuttavia operato sulla base di una valutazione contabile delle risorse disponibili che ha prodotto come effetto una sorta di somma negativa tra la quota di riduzione voluta dalla Giunta e la quota percentuale teorica prevista per la retribuzione di risultato, producendosi così una sorta di cortocircuito tra poste diverse e quindi un più intenso effetto di riduzione sulla quota di retribuzione di posizione, erogata ai lavoratori in misura inferiore a quanto atteso. Sul punto, all'esito di un incontro tra il Vicepresidente e i Dirigenti interessati, svoltosi nella giornata di venerdì scorso, il Dipartimento opererà immediatamente per riportare il sistema a normalità, erogando anche le somme pregresse relative alla retribuzione di posizione. Va da sé che la soluzione definita incide anche, pur nella diversità, dei fondi interessati, anche sulle posizioni Por, la cui disciplina è assimilata a quella delle posizioni contrattuali», conclude Viscomi.

 

Infine, sottolinea il vicepresidente, «deve dirsi che l'indirizzo politico è stato e continua ad essere uno solo: riportare il sistema di gestione delle risorse umane nell'alveo di quanto previsto dalle norme di legge e di contratto. La riduzione del 5%, la ripartizione in fasce, l'assegnazione degli obiettivi e il procedimento di valutazione e misurazione del risultato, sono funzionali a tutto questo, come ben sanno le organizzazioni sindacali senza delle quali sarebbe difficile portare avanti processi di innovazione come quelli che vedono costantemente impegnata la Regione Calabria. L'esperienza recente insegna, tuttavia, quanto trasparenza delle informazioni, condivisione delle decisioni, consapevolezza del mutato scenario normativo e soprattutto economico siano utili al fine di evitare errori dannosi per gli stessi lavoratori».

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