TIFANNY DE ABREU | Un anno fa il caso mediatico: che fine ha fatto l’atleta trans di Palmi?

Il suo esordio nel campionato femminile italiano fece scalpore. Era un uomo e si chiamava Rodrigo. Adesso gioca in Brasile e potrebbe esordire alle Olimpiadi di Tokyo
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28 marzo 2018
17:40

Esattamente un anno fa scoppiava quello che sarebbe diventato un caso mondiale. Tifanny de Abreu esordiva nel campionato di A2 femminile con la maglia della Golem Palmi ed il suo nome e la sua storia fecero il giro del pianeta. Non per le sue doti da pallavolista. O almeno non soltanto. La giocatrice fu la prima atleta transgender a disputare un campionato “in rosa”. Fino al 2015 si chiamava Rodrigo. Una carriera non tanto brillante alle spalle in Francia, Indonesia e Olanda. Poi in difficile e lungo percorso che la trasformò in ciò che sentiva fin dalla nascita: una donna a tutti gli effetti. Non per i “tecnici” della pallavolo italiana che dopo il suo esordio da 28 punti protestarono vibratamente contro il suo tesseramento appoggiato dal nullaosta della federazione mondiale di volley.

 


Ma le sue doti fisiche, più vicine al suo passato da uomo che al suo presente da donna, continuarono a far storcere il naso e su Tifanny si scatenò l’interessa dei media di tutto il mondo. A Palmi arrivò anche la Cnn. Qualche club inoltrò ricorso. Ma Tifanny continuò a giocare e a far sognare i tifosi di Palmi. Un desiderio mai avverato. Perché la promozione non arrivò e in estate il club chiuse i battenti.

 

Che fine ha fatto Tifanny?

Archiviata l’avventura italiana a Palmi, Tifanny è tornata nel suo Brasile a giocare nella Superliga, la massima divisione verdeoro. Gioca tra le donne che per due volte hanno trionfato alle Olimpiadi. Lì dove vorrebbe arrivare anche lei che non ha perso la voglia di essere decisiva sottorete. E la possibilità non manca.

 

Olimpiadi  “trans” ?

 I Giochi Olimpici del 2020 potrebbero essere i primi a coinvolgere atleti che si sono dichiarati transessuali, secondo le nuove linee guida che stabiliscono la loro eleggibilità basata sui livelli ormonali.

 

Questione di testosterone

Nel gennaio 2016, il Comitato olimpico internazionale ha deciso di consentire a uomini e donne transgender di competere anche se non si fossero sottoposti a un intervento chirurgico di cambio sesso.  Gli atleti che hanno compiuto il passaggio da donna a uomo possono aumentare i livelli di testosterone, ma devono essere testati e segnalati per evitare di essere accusati di usare un farmaco per migliorare le loro prestazioni.

 

Gli atleti che hanno compiuto il passaggio da uomo a donna dovrebbero ridurre il livello di testosterone nel sangue a meno di 10 nanomoli per litro. I valori tipici per le donne sono compresi tra 0,5 e 3 nanomoli per litro. Abreu ha ridotto i suoi livelli a 0,2. 

 

«Come ogni giocatore, voglio andare alle Olimpiadi - ha detto Abreu in una recente intervista - ma so che non accadrà solo perché sto attirando così tanta attenzione».

 

Non solo Tifanny 

Vedremo come andrà a finire. Il dibattito è aperto anche perché Tifanny potrebbe non essere l’unica atleta “trans” ad esordire in una competizione olimpica. L'altra atleta risponde  al nome di Laurel Hubbard, sollevatrice di pesi della Nuova Zelanda, nata uomo nel 1978 con il nome di Gavin.

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