Smaltiti in Calabria i rifiuti lucani, sei indagati -VIDEO

Ci sono anche tre impianti calabresi tra quelli che smaltivano illecitamente i rifiuti pericolosi provenienti dal sito di Viaggiano al centro di una maxi inchiesta condotta dalla Procura di Potenza. Si tratta di quelli di Lamezia, Gioia Tauro e Bisignano
di Tiziana Bagnato
5 aprile 2016
12:05

Venivano smaltiti anche in Calabria i rifiuti petroliferi al centro dell'inchiesta avviata dalla Procura di Potenza che è costata le dimissioni al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.

 


Scarti che venivano portati nei siti di Lamezia, Gioia Tauro e Bisignano, dopo essere stati identificati con codici costruiti ad hoc per nascondere il fatto che fossero pericolosi.

 

Sotto inchiesta sono finite la Ecosistem srl di Lamezia, la Iam Spa di Gioia e la Consuleco srl di Bisignano. L'assessore regionale all'ambiente Antonietta Rizzo ha dato disposizioni all'Arpacal, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, affinché disponga verifiche e controlli negli impianti in questione.

 

Tra gli indagati Rocco Aversa e Antonio Curcio della ditta Ecosistem Srl, Salvatore Mazzotta, l'ex dirigente regionale in Calabria Giuseppe Fragomeni, Vincenzo Morise di Cirò Marina e Maria Rosa Bertucci di Rende. Nel caso di Lamezia i rifiuti sarebbero finiti nell'area ex Sir, l'ex Società Italiana Resine, voluta dall'industriale Nino Rovelli che si estendeva su 400 ettari di terreno tolti all'agricoltura della zona.

 

Quel sogno industriale che avrebbe dovuto risollevare le sorti della punta dello Stivale durò dal 1971 al 1976, fino a diventare un simbolo di un decollo mai avvenuto e, spesso, mortificato da notizie come quella appena salita agli onori della cronaca.

 

Tiziana Bagnato

Giornalista
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