POCHI MAGISTRATI, TANTI PROCESSI: IL TRIBUNALE DI CATANZARO RISCHIA IL COLLASSO

Nonostante i ripetuti e accorati appelli prosegue l’emergenza. Gli uffici Gup-Gip e quelli della Dda registrano gravi carenze di risorse e di personale. Solo cinque giudici contro la ‘ndrangheta
4 luglio 2014
00:00

CATANZARO - Gli appelli si susseguono. I problemi restano. Il Tribunale di Catanzaro è alle prese con una carenza di risorse e di personale senza precedenti. Non hanno sortito effetto, fin qui, le lettere scritte al premier Matteo Renzi da Gabriella Reillo, ex presidente dell’ufficio distrettuale Gip-Gup, da pochi giorni presidente della Corte d’Appello. E passato inosservato anche l’allarme lanciato dal commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro e sono rimaste senza risposta le numerose interrogazioni prodotte dal Movimento 5 Stelle e persino da un renziano doc come Ernesto Magorno.

 


Tante partenze, pochi arrivi. Il tribunale di Catanzaro continua a perdere pezzi. Ultimo arrivederci in ordine cronologico è quello di Simona Rossi, sostituto procuratore presso la Dda e artefice di diverse inchieste scottanti. Anche lei è destinata a lasciare la Calabria. Come l’aggiunto Giuseppe Borrelli ha ottenuto il trasferimento alla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Via da Catanzaro, quindi, i magistrati che hanno firmato le principali inchieste sulla ‘ndrangheta vibonese nell’ultimo quadriennio.

 

I numeri. Al distretto di Catanzaro fanno capo sette tribunali sparsi per ben quattro province, tutte ad alta densità criminale per un bacino d’utenza di oltre un milione di persone. In un contesto del genere l’ufficio Gip-Gup ha in organico appena 6 magistrati più il presidente di sezione mentre la procura antimafia opera con soltanto 5 effettivi su 7 che dovrebbero essere a disposizione.

 

La denuncia. “Con solo cinque sostituti, a fronte della criminalità organizzata operante nei due terzi del territorio calabrese, stiamo veramente facendo i miracoli, basti vedere – denuncia Giovanni Bombardieri, procuratore aggiunto della Dda - le recenti operazioni portate a termine. C’è assoluto bisogno di rinforzi. È una situazione drammatica. Situazione che andrebbe affrontata e risolta globalmente, senza più indugi. Gli uffici distrettuali vanno potenziati. Più volte in passato il procuratore capo, Lombardo ha rappresentato tale emergenze. Ma le sue parole, purtroppo, non hanno sortito alcun effetto”.

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