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Ad Isola Capo Rizzuto presentato Mediterranea, il libro sul grande dilemma sociale dell’accoglienza

VIDEO | Nell'ambito della celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il volume di Pamisano e Deliolanes ha scatenato un dibattito

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di Procolo Guida
18 giugno 2023
10:07

Al via del fitto calendario crotonese per la celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, c’è la presentazione del libro di Leonardo Palmisano (presente tra i relatori) e Dimitri Deliolanes, Mediterranea. Ma il convegno moderato da Massimo Carlozzo nell’aula consiliare del Comune di Isola Capo Rizzuto che avrebbe al centro della discussione il coautore italiano, noto sociologo ed “inchiestista” di mafie internazionali, fa emergere subito temi e pure denunce territoriali di un certo rilievo oltre che a tracciare un piccolo report sul Sistema di Accoglienza ed Integrazione che non è chiamato “semplicemente” a gestire la particolare e delicata partita dei minori non accompagnati.

Storie di uomini in carne e ossa

Se infatti la crisi del debito e quella della politica europea, così come la crescita dei sovranismi e le stragi di Cutro e quella recentissima ed ancora più tragica di Pylos in Grecia, sono tematiche che vengono subito inserite con puntualità e senza strumentalizzazioni, Palmisano le riporta ad un quadro di crisi sociale e politica internazionale; e gli altri relatori non si sottraggono a considerazioni specifiche che riguardano soprattutto, e purtroppo lo si dimentica troppo spesso, storie di donne, uomini e bambini in carne ed ossa.


Così è subito data la parola a Ibrar Ul Haq pakistano “sbarcato” sette anni fa a Crotone ed ora Mediatore indispensabile non solo per la Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto: «La lingua e la conoscenza di diritti per i rifugiati è il primo passo indispensabile per accedere a servizi che è il sistema SAI a garantire» sottolinea il migrante divenuto strumento di emancipazione ed integrazione. Così come sia Caterina Marano, Presidente dell’Ordine degli avvocati, che Roberto Torchia, del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese, ed Alba Amato, di Kroton Community e gli stessi saluti istituzionali del Comune e della Provincia aprono squarci di realismo su incertezze legislative, cambiamenti climatici e caporalato ed un terzo settore che troppo spesso corre in supplenza di diramazioni statali affannate ed ingolfate di procedure.

Anche Laura Ferrara, eurodeputata calabrese in collegamento da Strasburgo pone l’accento sulle dinamiche dicotomiche di Europa e nazionalismi miopi, ma sono la Presidente della Prociv Arci di Isola Caterina Tambaro e Filippo Sestito del Consiglio Nazionale dell’Arci che provano a dare due scossoni.

«Il Terzo settore esca da una fase conservativa»

La prima rammentando che si è in attesa di entrare al Cara dove la sua organizzazione dovrebbe sostituire, già da tempo, la Croce Rossa nell’erogazione di servizi che sono stati messi a bando dalla Prefettura, ed il secondo sottolinea come il garbato e diplomatico intervento della Presidente Tambaro, non debba nascondere che il vero problema sia la coltre di ipocrisia che gravita sulle arci note dislessie governative: «Anche il terzo settore deve uscire da questa lunga fase conservativa che lo relega a servizi certamente importantissimi, ma che, al tempo stesso, creano interesse solo all’aspetto economico più che a quello sociale” puntualizza Sestito.

«E se anche di fronte ad un bando vinto in Prefettura non si riesce a scardinare posizioni che pure hanno generato inchieste consolidate piuttosto che i recenti fatti di cronaca che ipotizzano violenze ai minori, - tuona il rappresentante dell’Arci nazionale - allora significa che la spinta propulsiva politica e sociale l’abbiamo persa soprattutto noi, dimenticando come negli anni ci ha permesso, invece, di poterci candidare a svolgere ruoli diretti nella gestione di servizi essenziali di cerniera sociale, e non solo in tema di migrazioni».   

Palmisano dunque torna ai nuovi flussi migratori, all'autoritarismo imperialista turco, al fondamentalismo dell'Isis, alla guerra in Siria, alle mafie africane ed al recente conflitto in Ucraina che hanno rimesso il Mediterraneo al centro dei fatti del mondo proponendo più politica ed esportazioni di modelli ed assistenza istituzionale per niente esplorati: «Non si capisce perché se riusciamo ad esportare mafie non dobbiamo provare a trasferire know how e capacità incredibili come quelle maturate con l’anti mafia, aiutando i paesi africani ed asiatici a legiferare in tal senso, ad esempio» sottolinea il sociologo, giornalista e scrittore pugliese. «Ma sono molto preoccupato del fatto che l’Europa continui a confondere le politiche sociali con le politiche culturali come se la cultura avesse esigenza di stare sul mercato, mentre la cultura è un pezzo del welfare che va sostenuto ed aiutato».

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