La visita

Mattarella in Calabria: «Il lavoro non è merce, è dignità». E poi: «Intelligenza artificiale rischio per la creatività umana» - VIDEO

L'intervento del Presidente della Repubblica da Castrovillari, in vista del Primo Maggio. Dai pericoli derivanti dalla IA che può azzerare le imperfezioni che rappresentano l'essenza dell'Uomo all'importanza dei migranti nella produzione agricola. Ecco le sue parole

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di Redazione Attualità
30 aprile 2024
12:40

«Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando dalla Calabria nella cerimonia ufficiale in vista della Festa del Lavoro. «Ha un valore nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale - ha aggiunto - perché senza l'apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità. Ma proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana - ammonisce - conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico, lo rende un elemento costitutivo del destino comune».

È una visita profondamente significativa quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel distretto agroalimentare di Cosenza. Il Capo dello Stato, aderendo all'invito di Confindustria celebra la festa del Primo Maggio in uno dei comparti produttivi d'eccellenza della Calabria, scegliendo due stabilimenti di grande impatto per il tessuto sociale economico ed occupazionale. Dopo la tappa alla Gias di Mongrassano, a Castrovillari si sta svolgendo la cerimonia principale, nella sede della Granarolo, legata a doppio filo con la Assolac, la cooperativa punto di riferimento da oltre 50 anni per decine di produttori di latte. 


Mattarella in Calabria, le sue parole in diretta da Castrovillari

Mattarella in Calabria: «Intelligenza artificiale che azzera l’imperfezione umana è un rischio»

«Oltre trenta anni addietro qualcuno aveva ipotizzato la 'fine della storia', ampiamente smentita dagli eventi successivi. Oggi si sente parlare di 'fine del lavoro' come traguardo di modernità. In realtà viene, da taluno, ipotizzata, più che la liberazione dalla fatica, la sostituzione dell'imperfezione umana con macchine e tecnologie, sino all'intelligenza artificiale, ritenuta in grado di azzerare ogni errore. In realtà, in quella falsa prospettiva si configura la rimozione dell'immenso e insostituibile valore della creatività», ha detto il Presidente della Repubblica nel corso dell suo intervento da Castrovillari. «Uno scenario - ha aggiunto - che raffigura una limitazione alla libertà della persona umana nel suo profilo più affascinante: il pensiero, la sua opera».

«Non un sogno, quindi, ma una prospettiva allarmante e, in realtà, estranea al buon uso dei preziosi benefici recati dai risultati che la scienza consegna all’umanità e, tra questi, quello della cosiddetta intelligenza artificiale». E poi, osserva ancora, «il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita».

«Gli straordinari progressi della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela dell’integrità delle persone, dei loro diritti. A partire dal diritto al lavoro», sottolinea. «Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato. Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell'intera società», è il richiamo del Capo dello Stato.

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Mattarella: «Bene l'aumento dei posti di lavoro, ma non si dimentichi che disparità perdurano»

«Il rilievo umano e costituzionale del lavoro deve spingere le istituzioni a ogni livello, e con esse tutti gli attori economici e sociali, a non sentirsi mai appagate fino al conseguimento di una piena buona occupazione», dice Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione del Primo maggio. «I dati sull'occupazione registrano nel loro insieme una crescita significativa. Il trend positivo riguarda larga parte d'Europa, Italia in testa, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi e, particolarmente, per il mondo del lavoro. È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile», osserva ancora il Capo dello Stato nel suo intervento nello stabilimento di Castrovillari, aggiungendo che «naturalmente non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all'estero a migliori condizioni. Le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l'ha». «Gli indicatori positivi della congiuntura devono incoraggiarci a proseguire con intelligenza nel senso di una crescita economica fondata su equità e coesione», rileva allora Mattarella.

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«Gravi danni se strade di Nord e Sud si dividono». Il monito di Mattarella che sembra alludere all'Autonomia differenziata

«Il Mezzogiorno d'Italia è parte dell'Europa. Ed è decisivo per il suo futuro, insieme ai vari Sud del Continente. Il Mezzogiorno d'Italia è una realtà complessa, non certo uniforme. Le sue potenzialità, le sue vocazioni, i suoi problemi non sono riassumibili in un'analisi semplificata». Così Sergio Mattarella nel suo intervento in occasione della Festa del Lavoro. «Vi sono eccellenze e grandi divari. Le Regioni meridionali dispongono oggi di un reddito che non raggiunge quello di altre aree nazionali. Per alcuni aspetti i loro cittadini fruiscono di servizi meno efficienti. Nel Meridione il tasso di occupazione è più basso rispetto al Centro e al Nord. Donne e giovani pagano un costo elevato e sono tanti coloro che, a malincuore, lasciano la loro terra d'origine, accentuando un rischio di spopolamento che andrebbe, invece, frenato. Per rispetto del valore, della storia e del futuro di quei territori», aggiunge. «Lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno. È appena il caso di sottolineare come una crescita equilibrata e di qualità del Sud d'Italia assicuri grande beneficio all'intero territorio nazionale. Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione - avverte il Capo dello Stato - recherebbe gravi danni agli uni e agli altri». Un monito quello del Presidente della Repubblica Mattarella che sembra alludere al ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata di cui in questi giorni si sta dibattendo in Parlamento. 

Mattarella: «Migranti essenziali nel lavoro agricolo, vigilare su caporalato»

«Nella filiera agricola riveste grande incidenza il tema dell'immigrazione. I lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti. Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro - che confinano con l'illegalità, con lo sfruttamento o addirittura se ne avvalgono - generano ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali. Vigilare è, quindi, un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati i lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando in Calabria in occasione del primo maggio.

Mattarella: «Guerra preoccupa, tuteliamo valori e democrazia»

«Viviamo un tempo segnato da gravi preoccupazioni, che richiedono assunzioni di responsabilità. Pensavamo che la guerra non avrebbe più sfiorato l'Europa dopo la capacità del continente di risorgere nella pace dall'abisso dei due conflitti mondiali. Dobbiamo invece vivere una nuova drammatica stagione». Così il capo dello Stato Sergio Mattarella. «In questa stagione vogliamo restare noi stessi, difendendo e rafforzando i nostri valori di libertà, di democrazia, di solidarietà, di giustizia interna e internazionale, di pace e di cooperazione tra i popoli, nel rispetto di tutti grandi e piccoli e nel rifiuto della prepotenza dei più forti».

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