RIORDINO PROVINCE, UPI CALABRIA: E’ UN GRANDE CAOS ISTITUZIONALE

La denuncia del presidente dell’Unione Province della Calabria, Wanda Ferro: 'Al momento è stata abolita solo la rappresentanza democratica'
9 luglio 2014
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CATANZARO - "Come temevamo, e avevamo più volte annunciato restando inascoltati, la frettolosa riforma delle Province voluta dal governo si è risolta in un grande caos istituzionale". Lo afferma, in una nota stampa, Wanda Ferro, commissario della Provincia di Catanzaro nonchè presidente dell'Upi (Unione Provincia Italiane della Calabria).

 


Futuro incerto. "Secondo la legge di riordino entrata in vigore lo scorso 8 aprile, l'esecutivo - fa rilevare - avrebbe già dovuto definire competenze e funzioni degli enti intermedi, così come i criteri per stabilire le relative risorse umane e finanziarie, attraverso i decreti attuativi che ancora non sono stati emanati. Al momento, è stato abolito soltanto il diritto delle comunità locali di scegliere direttamente i propri rappresentanti, e quindi ad indirizzare attraverso la rappresentanza democratica le scelte di governo in settori (quelli che resteranno) di importanza vitale per i territori. Tanto che lo stesso ministro degli affari regionali - dice - ha chiesto ai vertici della amministrazioni di assicurare l’erogazione dei servizi ai cittadini, in particolare quelli da cui dipende la sicurezza della popolazione, ad esempio la prevenzione del rischio idrogeologico e sismico che soprattutto nella nostra regione riveste importanza prioritaria. Il governo chiede la massima collaborazione, ma non dice con quali risorse le Amministrazioni provinciali dovrebbero garantire i servizi, soprattutto alla luce dei pesantissimi tagli ai trasferimenti perpetrati dal governo tecnico di Monti in poi, che ne hanno frenato di fatto l'operatività”.

 

Voto sì o voto no. “Entro la fine di settembre - sottolinea Wanda Ferro - le Province in scadenza dovrebbero andare al voto, ma in base a quali programmi i sindaci e i consiglieri comunali del territorio dovrebbero individuare i loro rappresentanti senza sapere neppure cosa dovranno fare gli enti riformati, e con quali risorse? E quale destino sarà riservato ai dipendenti che oggi vivono nella più completa incertezza? Mentre restano soltanto sulla carta i tagli di spesa ai ministeri, ne' si interviene sulla miriade di enti di sottogoverno e società partecipate che divorano una quantità di denaro pubblico, si è preferito - denuncia Ferro - calare la scure in maniera del tutto irrazionale su enti, le Province, che negli anni hanno dimostrato la capacità di erogare servizi indispensabili ai cittadini, con amministrazioni efficienti e attente al corretto utilizzo del denaro pubblico".

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