Il ricordo di Anna Maria Nucci nelle parole dell’onorevole Intrieri

La lettera indirizzata al presidente della Camera Boldrini sulla figura dell’esponente politico nazionale della Dc
di Redazione
23 settembre 2017
11:22

Il ricordo di Anna Maria Nucci, esponente politica nazionale della DC e donna calabrese di Governo negli anni’80 nelle parole di Marilina Intrieri, presidente Child's Friends national association, indirizzate al presidente della Camera Boldrini.

 


“Appresa la notizia della scomparsa di Anna Maria Nucci avvenuta il 18.u.s. mi sono molto rattristata e sono andata con la mente al giorno in cui La conobbi. Erano i primi di giugno del 1983, quando Anna Maria, candidata alle elezioni politiche che si sarebbero tenute il 26 e il 27 di quel mese, era, a Crotone, in piazza della Resistenza, sul palco dal quale di lì a poco avrebbe tenuto il suo comizio il segretario nazionale della DC, Ciriaco De Mita. Anna Maria, bella, solare, accanto a De Mita, scrutava i volti, tra la folla, col suo sguardo diretto e intelligentissimo, salutando chi riconosceva e tutti gli altri col suo largo e amichevole sorriso. La sua presenza suscitava curiosità e interesse nel popolo democristiano venuto a sentire ed acclamare Ciriaco De Mita.

Era una tornata politica molto importante perché si votava contemporaneamente per il rinnovo del Parlamento e delle amministrazioni locali, tra cui il comune di Crotone.

Io ero candidata per la DC al consiglio comunale della città pitagorica, molto giovane e innamorata della politica, ma già con esperienza nell’amministrazione locale. Il sistema elettorale era di tipo proporzionale con possibilità di esprimere fino a quattro preferenze nella prescelta lista di partito risultando eletti coloro che ottenevano più voti. La circoscrizione delle elezioni politiche era l’intera Calabria e scelsi di votare insieme a Carmelo Pujia, mio leader di riferimento, Riccardo Misasi e Mario Tassone, anche Anna Maria non solo perché donna, ma per l’empatia e il senso di profonda affidabilità e perbenismo che Lei trasmetteva.

 

Ci accomunava la solida formazione cattolica trasmessaci dalle nostre famiglie che ci avevano educate ad un agire sociale, individuale e collettivo, in favore dei più deboli, cosa che avrebbe rappresentato il fil rouge del nostro lungo ed intenso impegno in politica. Anna Maria, era figlia del parlamentare cosentino Guglielmo Nucci, compagno di università di mia madre alla Federico II di Napoli. Si laurearono lo stesso giorno, in giurisprudenza, agli inizi degli anni ’40.

 

Le consultazioni elettorali del 1983 ci videro elette: Anna Maria al Parlamento con gli altri candidati da me sostenuti, io al Comune di Crotone. Furono quelle le consultazioni nelle quali la DC, pur rimanendo primo partito, ebbe un impressionante calo di consensi con un divario di soli tre punti dal partito comunista. Fu per noi DC un fatto traumatico. In sostanza il pentapartito formato da DC, PSI, PRI, PSDI, PLI rimase maggioranza assoluta nel Paese perché a rafforzarsi furono i partiti minori.

Anna Maria fu parlamentare per tre legislature (1983-1987-1992) negli anni intensissimi della politica italiana, con la nascita del Governo Craxi nel 1983, lanciatissimo verso la leadership della sinistra italiana, in una prospettiva strategica di alleanza con la DC.

 

Era saltata definitivamente l’ipotesi di compromesso storico per una collaborazione di governo aperta alle altre forze democratiche e il riavvicinamento tra DC e PCI per il persistente rifiuto da parte del PSI e delle altre forze politiche del pentapartito. La politica della “terza fase” in ambito democristiano, sostenuta da Moro e Zaccagnini, fu avversata fortemente dalla parte più moderata del partito che non voleva il Partito comunista al Governo, in coalizione. Una grande occasione perduta per il nostro Paese. Come sarebbe oggi l ’Italia se le cose fossero andate diversamente?

 

Anna Maria fu sottosegretaria alla pubblica istruzione nel Governo Goria, il primo della X legislatura che nacque dentro la maggioranza tra incertezze e malumori che portarono alle dimissioni del presidente del Consiglio ed al Governo De Mita prima e, successivamente, ai due governi Andreotti, l’ultimo dei quali, nel 1991, pose fine ai dieci anni di pentapartito con la coalizione che si trasformò in quadripartito per l’assenza del Pri, fino alla conclusione naturale della legislatura. Le elezioni politiche del 1992, che ebbero luogo subito dopo la caduta del muro di Berlino, con tutto quello che rappresentò nel mondo col suo forte impatto politico, sociale e culturale, sancirono la fine dei partiti tradizionali.

 

Nella campagna elettorale, che si svolse in un clima assai ostile ai partiti, Anna Maria Nucci, con la sua forte credibilità di politica seria, preparata e perbene, venne brillantemente rieletta. Furono le ultime elezioni della prima Repubblica, le ultime per la DC, le prime senza il PCI e col PDS dopo la svolta della Bolognina. Quell’anno si tenne anche la tornata amministrativa e si votò per il rinnovo del consiglio comunale di Crotone, nel quale venni rieletta per la terza volta e fui assessore della Giunta DC PDS a guida Talarico. Fu l’ultima esperienza di Sindaci e Giunte eletti dai consigli comunali; il 1993 sarebbe stata approvata la legge per l’elezione diretta dei sindaci.

 

Fu durante la campagna elettorale per la mia rielezione al comune di Crotone, proprio il 23 maggio, che entrando in casa di un elettore, dalla TV accesa, mentre scorrevano le tragiche immagini, appresi della morte del giudice Falcone. Un moto di fortissimo dolore e sconforto mi sconvolse, e pensai alle continue picconate di Cossiga contro i partiti; all’inchiesta di mani pulite che stava facendo emergere un sistema di degenerazione che coinvolgeva tutti i partiti, nessuno escluso; alla giusta indignazione dei cittadini onesti che avevano sete di giustizia per il diffuso decadimento della classe dirigente del Paese.

Stava velocemente finendo un mondo e la delegittimazione di tanti politici inquisiti rischiava di coinvolgerci tutti. In quel momento, pensai di porre fine al mio impegno politico: il senso di sconfitta e il dolore erano troppo forti.

 

In tale scioccante congiuntura, Anna Maria Nucci fu testimone e protagonista attenta di una fase storica che stava ponendo fine al sistema politico sorto nel 1948. Mentre la società chiedeva un Governo responsabile dinanzi al gravissimo degrado della vita pubblica, nasceva la seconda Repubblica, finiva la DC e gli altri partiti di Governo, si ridimensionava fortemente il PDS, nato il 3 febbraio 1991, a conclusione del XX Congresso del PCI. Da politica di razza, Anna Maria Nucci analizzava, con lucidità, i fatti storici che erano avvenuti e la fine della storia del partito, in tutte le fasi precongressuali che portarono al congresso nazionale e alle conseguenti scelte con la nascita del PPI.

 

La politica italiana e quella calabrese in particolare, deve molto alla figura di Anna Maria Nucci che, con spiccato senso del dovere, autorevolezza, lealtà, generosità, credibilità, ha saputo accompagnare la fine di un importante ciclo politico, senza mai arretrare sul piano dell’interesse generale, continuando a rappresentare la parte nobile di una classe dirigente che, con alto senso di responsabilità, aveva fatto fronte agli sconvolgimenti che si erano verificati in quella delicata fase di transizione storica, proiettandosi verso nuovi assetti politici.

Tanto sento il bisogno di rappresentare all’On. Presidente della Camera con i più distinti ossequi”.

 

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