Catanzaro, contrabbando di oli minerali ed evasione fiscale: dieci arresti (NOMI)

Sgominata un’organizzazione a delinquere radicata nel capoluogo di regione e operante su tutto il territorio nazionale. Sequestrati beni per due milioni di euro
di Redazione
31 maggio 2017
10:53

I finanzieri del gruppo di Catanzaro hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, su richiesta della procura della repubblica di Catanzaro, diretta dal procuratore Nicola Gratteri, articolata sulla base di una complessa indagine coordinata dal pm Debora Rizza, nei confronti di 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) tutti appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita al contrabbando di oli minerali commercializzati in evasione d’imposta radicata nella provincia di Catanzaro e operante sull’intero territorio nazionale.

 


I NOMI. Custodia cautelare in carcere: Francesco Aiello, 55 anni, Vincenzo Albanese, 45 anni, residente ad Altomonte, Biagio Maurizio La Torraca, 54 anni, Castrovillari, Francesco Mancuso, 33, Simeri Crichi, Massimo Mattei, 56, Alseno (PC). Ai domiciliari: Luigi Bertolini, 61 anni, residente a Reggio Emilia, Arturo Giuseppe Corrado, 74 anni, Laura Stavale, 38 anni., Altomonte. Indagato Domenico Marinuzzi, 58 anni residente a Palagiano.

 

L’operazione,  denominata“Oro nero”, ha consentito di portare alla luce un’organizzazione a delinquere, operante in diverse province del territorio nazionale (Catanzaro, Cosenza, Foggia, Taranto, Reggio Emilia e Parma) composta da 13 soggetti, dedita al contrabbando di oli minerali e all’evasione di accisa.

 

Le investigazioni hanno consentito di sequestrare 5 autocisterne e complessivi litri 141.682 di prodotti petroliferi (prevalentemente gasolio agricolo). L’analisi della documentazione fiscale acquisita presso le società fornitrici dei prodotti petroliferi della consorteria criminale ha consentito di ricostruire, per il periodo 2015 - 2016, un’accisa evasa per € 1.893.451,62 (somma sottoposta a sequestro) sul prodotto petrolifero commercializzato dal sodalizio criminale.

L’organizzazione criminale investigata avrebbe sottratto gasolio agricolo all’accertamento e al pagamento dell’accisa, destinandolo a usi soggetti a maggiore imposta, avvalendosi per tale scopo di fatture per operazioni inesistenti e falsi documenti di accompagnamento semplificati (das), indicando su detti documenti luoghi di destinazione e itinerari fittizi, nonché gli estremi di società operanti nel settore della vendita di prodotti petroliferi risultate ignare delle documentate transazioni commerciali.

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