Dichiaravano 26 euro mensili ma possedevano ville e auto di lusso, colpo alla cosca Cerra-Torcasio

VIDEO | Nessun reddito in 36 anni ma la famiglia costruì appartamenti lussuosi e anche un mini acquapark  sul retro di uno dei palazzi di proprietà

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di Luana  Costa
17 ottobre 2018
15:00

Sono complessivamente sedici gli esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri radicati nella piana di Lamezia Terme ad essere stati colpiti da due diversi provvedimenti emessi dal Tribunale di Catanzaro su richiesta dalla Procura Antimafia. Un sequestro di circa due milioni di euro per i familiari e i congiunti di Nino e Teresina Cerra, ritenuti a capo dell'omonima cosca. Nei due decreti di sequestro figurano figli e congiunti di Teresina Cerra: Angelina Torcasio di 58 anni, Pasquale Torcasio di 49 anni, Antonia Gualtieri di 41 anni, Giovanni Torcasio 58 anni, Vincenzo Torcasio 38 anni, Pasquale Carnovale 32 anni, Antonio Gualtieri 39 anni, Antonio Miceli 27 anni, Teresa Torcasio 29 anni e i figli di Nino Cerra, Pasquale e Luca rispettivamente di 51 e 28 anni.

 


L'immobile dove di incontravano gli esponenti dei clan

I finanzieri del gruppo di Lamezia Terme hanno ricostruito la condizione patrimoniale della famiglia Cerra a partire dal 1979 e fino al 2016. In questo arco di tempo Nino Cerra risulta aver percepito redditi per un valore di 11mila euro, 26 euro mensili mentre non troverebbero giustificazione i 96mila euro transitati sui conti correnti intestati alla famiglia così come l’edificio posto questa mattina sotto sequestro e che, secondo i finanzieri del gruppo lametino, era quello in cui questo incontrava segretamente gli esponenti delle altre famiglie della ‘ndrangheta calabrese. Non a caso l’operazione condotta nei confronti del gruppo dei Cerra-Torcasio è stata battezzata dai finanzieri lametini “Alesia” come l’ultima roccaforte dei galli caduta sotto l’imperatore dell’antica Roma Giulio Cesare. 

 

I Torcasio

Sorella di Nino e considerata cooreggente della cosca, Teresina Cerra in 37 anni risulta non aver percepito alcun reddito, salvo i risarcimenti ottenuti per ingiusta detenzione (36mila euro) e per essere stata riconosciuta erede del figlio Nino (101mila euro). Eppure tutta la famiglia Torcasio, dopo aver subito la confisca del primo edificio, costruito in via dei Bizantini nel giro di pochi anni ha realizzato uno dopo l'altro due edifici, costituiti rispettivamente da tre e quattro appartamenti lussuosamente rifiniti, pur senza svolgere alcuna attività lavorativa oltre ad acquistare un appartamento con autorimessa nella provincia di Firenze, dove sono riusciti ad avviare anche un’attività commerciale. Tra i lussi di cui si circondavano vi sono, ad esempio, un mini acquapark realizzato sul retro di uno dei palazzi dei Torcasio, con tanto di scivolo ed impianti per cascate artificiali, biliardo professionale, televisori maxi schermo, impianti di videosorveglianza, arredi di lusso, oltre che ad un acquascooter, una moto di grossa cilindrata ed un suv.

 

Misure

Contestualmente al sequestro, la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, accogliendo la richiesta della Guardia di Finanza, ha anche avanzato l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tutti i destinatari dei provvedimenti, attualmente detenuti fatta eccezione per Antonia Gualtieri.

 

Luana Costa



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