‘I giovani rinunciano a lavorare dopo le minacce della 'ndrangheta'

A denunciare questa assurda realtà è Domenico Luppino a 'Storie vere': ‘I giovani fanno il colloquio ma poi rinunciano a lavorare dopo aver saputo chi ‘regge’ il territorio’
14 gennaio 2016
12:54

Può sembrare un paradosso in una Calabria dove i livelli di disoccupazione sono tra i più alti, eppure succede: dopo un primo colloquio, sono numerosi i candidati che decidono di rinunciare a lavorare all’interno di una cooperativa nel reggino. A raccontare questa triste realtà, intervistato da Eleonora Daniele e Klaus Davi per Storie Vere, è Domenico Luppino, titolare della cooperativa "Giovani in Vita" di Reggio Calabria, in un servizio che andrà in onda prossimamente su Rai Uno.


“Vengono, si presentano, fanno il colloquio poi rinunciano. Il fenomeno – ha dichiarato Luppino - riguarda soprattutto i cosiddetti lavoratori in conto terzi e in particolare gli scuotitori di ulivi, cioè coloro che hanno delle macchine agricole a cui offriamo lavoro.



Rinunciano con le motivazioni più assurde ma la verità è che rinunciano dopo aver saputo chi controlla il territorio. I clan sono arrivati a bruciarci gli ulivi proprio mentre cercavamo di spegnere il fuoco ad altre piante. Ma – precisa - non ci sentiamo abbandonati dallo Stato. L'attuale giunta regionale della Calabria si è interessata molto a noi e ci sta aiutando”.

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