Botta e risposta

Girifalco, il Comune smentisce la Filcam Cgil: «A nessun bambino è stato tolto il piatto»

Il consigliere comunale delegato alla gestione del servizio racconta come sono andate le cose: «Era in corso un tracciamento dell’Asp ma i due piccoli non erano registrati sull’app obbligatoria per legge. Così i genitori sono venuti a prenderli»

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di Redazione
9 giugno 2023
19:15
Delia Ielapi consigliere comunale di Girifalco
Delia Ielapi consigliere comunale di Girifalco

Nella giornata di ieri, il sindacato Filcam Cgil aveva denunciato un increscioso episodio che secondo il sindacato si sarebbe consumato in una scuola di Girifalco, nel Catanzarese. Qui, secondo la Filcam, due bambini si sarebbero visti sfilare il piatto che stavano per consumare alla mensa scolastica, perché l'app con la quale le famiglie sono obbligate ad interagire per fruire del servizio non aveva registrato i due piccoli per quel giorno. 

In riferimento a quanto accaduto e relativamente al servizio di refezione scolastica, l’Amministrazione Comunale ha inteso chiarire alcuni punti attraverso la seguente nota:


  • La gestione del servizio è stata affidata alla ditta E.R.G. Multiservice con regolare gara d’appalto. Nel corso dell’intero anno scolastico l’Amministrazione, unitamente all’apposita commissione mensa (composta da rappresentanti dei genitori regolarmente eletti dagli stessi) ha monitorato l’andamento del servizio intervenendo laddove si sono manifestate delle criticità. A testimonianza di ciò ci sono i verbali redatti dalla commissione durante il corso dell’anno. I documenti sono accessibili a tutti; consiglieri comunali compresi.
  • Nello specifico è opportuno precisare che la necessità di istituire la commissione mensa nasce dalla volontà di consentire ai genitori di essere partecipi ed osservatori diretti del buon andamento del servizio di refezione scolastica.
  • L’attuazione dell’App Donacod non è una scelta dell’Amministrazione Comunale ma un imposizione di legge alle pubbliche amministrazioni chiamate a ricorrere a strumenti di digitalizzazione.
  • L’iscrizione degli alunni all’App avviene ad inizio anno scolastico con il supporto di personale comunale preposto a cui, sovente, anche durante l’anno i genitori si rivolgono per sanare eventuali disservizi. Il caricamento delle quote necessarie per fruire del servizio dipende dal genitore che può, come capita spesso, dimenticare di effettuare tale pagamento. Ciò, pur costituendo un impedimento all’accesso del servizio, non ha mai determinato la mancata somministrazione del pasto ai bambini. Una circostanza rispetto alla quale l’Amministrazione Comunale ha sempre dato indicazioni a tutela dei più piccoli interloquendo sempre direttamente sia con i genitori, con la ditta e con i docenti.
  • In questi giorni l’Asp di Catanzaro, a seguito di segnalazioni da parte di alcuni genitori, sta effettuando dei controlli e degli esami sulla qualità del cibo; verifiche a cui l’Amministrazione Comunale è ben propensa considerato che il servizio erogato dalla ditta viene regolarmente pagato e, pertanto, deve rispondere ai requisiti previsti dal Capitolato e al buon senso. I controlli dell’Asp hanno fatto emergere la necessità di avere il tracciamento corrispondente tra chi fruisce del servizio con regolare prenotazione e gli altri. Il mancato tracciamento impedisce di avere un quadro chiaro e delineato delle presenze; elemento fondamentale nel caso – come avvenuto – di controlli sanitari. Tutto ciò a tutela della salute dei bambini.  
  • Nell’episodio verificatosi in data 6 giugno, stando anche al racconto del genitore dei bambini in questione, degli operatori in servizio e dei componenti della Commissione Mensa presenti, nessun pasto è stato sottratto agli alunni in quanto gli operatori e i docenti hanno, tempestivamente, chiamato il genitore che, messo a conoscenza dell’iter imposto dall’Asp per ragioni sanitarie, ha portato i bambini a casa.  Il tutto è avvenuto alla presenza e con pacifico confronto tra operatori della mensa, docenti, commissione mensa e genitore.

L’Amministrazione Comunale non ha mai dato indicazioni diverse da quelle dettate dal buon senso. Anzi. Come attestano i registri Donacod, in tutto l’anno scolastico, il servizio è stato garantito anche ai bambini la cui prenotazione non risultava perfettamente in linea con l’App. Peraltro scelte differenti non sarebbe mai state possibili considerato che, mai come quest’anno, la commissione mensa ha vigilato in modo assiduo sull’attività svoltasi.

A sostegno di tale tesi, basta osservare un dato: nell’anno scolastico 2022/2023, a fronte di un’erogazione alla ditta per l’espletamento del servizio pari a 115.995,13 euro, le prenotazioni ammontano a 36.625,88 euro pari al 31.57%.

L’attività relativa al mondo della scuola e, in generale, dei bambini si è sempre svolta in sinergia con tutti gli organismi competenti: scuola, Asp, commissione mensa, consiglio d’istituto, rappresentanti dei genitori e singoli genitori sempre ed esclusivamente nell’interesse e a tutela della popolazione scolastica. Appare, pertanto, strano che l’interessamento su quanto accade nella scuola e, in questo caso, nella mensa, si manifesti solamente quando episodi delicati come questo vengono, artificiosamente, trasformati in attacchi politici all’amministrazione ed, in particolare, al delegato che opera con dedizione e impegno alla cura del settore mantenendo, peraltro, serrati contatti con tutti gli organismi competenti e preposti.

Ben vengano i controlli dell’Asp, così come ben accetti sono i consigli, i suggerimenti e/o rilievi per migliorare i servizi. Altra cosa sono le pretestuose osservazioni finanche linguistiche sul titolo di un’iniziativa o di iniziative a cui molti gruppi politici, in tanti anni, non hanno mai preso parte, perdendo l’occasione di conoscere da vicino e nel dettaglio le dinamiche delle cose.

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