Gratteri: ‘Pronte le prime riforme per la lotta alla criminalità’

Lo ha annunciato,a Firenze, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e presidente della Commissione per l'elaborazione di proposte normative sulla lotta alla criminalità
di redazione
27 novembre 2014
17:51

È pronto il primo blocco di riforme elaborato dalla commissione sulla lotta alla criminalità voluta da Matteo Renzi e presieduta da Nicola Gratteri. Lo ha annunciato lo stesso Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, intervenendo a Firenze ad un convegno sull’usura. “Ci siamo dati delle regole – ha fatto sapere il procuratore – e infatti in tutte le modifiche che abbiamo apportato, l'obiettivo era di non abbassare di un millimetro il livello di garanzia dell'indagato o imputato”.Gratteri ha parlato anche di criminalità organizzata: “La 'ndrangheta vuol comprare ciò che è in vendita da Roma in su, cosa che vediamo in particolare nel campo della grande distribuzione commerciale e della gastronomia”.

Il procuratore di Reggio Calabria si è poi soffermato sulla situazione della Toscana: “Qui – ha detto – le mafie sono a macchia di leopardo, in particolare camorra e 'ndrangheta. Ogni tanto – ha aggiunto – ci capita dalla Dda di Reggio Calabria di individuare 'ndranghetisti che si muovono e frequentano parte della Toscana”.



Particolare attenzione è stata, infine riservata al problema dell'usura. «La pena per questo tipo di reato – ha detto Gratteri – è ridicola. Col sistema giudiziario attuale un usuraio sta in carcere per non più di due anni, sostanzialmente il tempo del processo di primo grado. Metà del tempo, poi, lo trascorre agli arresti domiciliari, mentre andrebbero alzate le pene. Con condanne basse, o con provvedimenti come gli "svuota-carceri" – ha continuato – si diminuisce di credibilità e questo è diseducativo. Perciò servono modifiche tali per cui non sia conveniente fare il reato di usura. Invece l'usuraio, sapendo che male che gli vada rimaner in carcere non più di due anni, è indotto a trasgredire la legge”. Gratteri continua spiegando come “Non è poi indifferente che le indagini sui casi di usura le faccia il pm tizio o caio, o come la polizia giudiziaria sa fare l'indagine, perché spesso nella tecnica d'indagine si sottovaluta che il reato di usura sia un reato difficile da dimostrare. A volte si danno per scontati alcuni elementi e si fanno errori, e in tal modo non si può dimostrare il reato”.


"Bisogna capire – ha concluso Gratteri – che l'indagine per usura non è una passeggiata”

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