Lieto fine

Il famoso pizzaiolo napoletano Sorbillo salvato da un infarto a Catanzaro: «Come in un film, operatori calabresi bravissimi»

Dopo un elettrocardiogramma in farmacia grazie alla telemedicina è scattato l'allarme: è stato trasportato in elisoccorso al Pugliese dove ad attenderlo ha trovato una equipe pronta a intervenire. I ringraziamenti sui social: «Sono rinato»

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di Redazione
12 settembre 2023
11:45
La foto postata da Luciano Sorbillo su Facebook
La foto postata da Luciano Sorbillo su Facebook

«Sono rinato grazie alla bravura dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario calabrese». Brutta esperienza, ma per fortuna a lieto fine, per il noto pizzaiolo napoletano Luciano Sorbillo, colpito da un infarto mentre era al lavoro in Calabria. Nipote di Luigi, che aprì nel 1935 aprì la storica pizzeria di via dei Tribunali a Napoli, è lo stesso Luciano Sorbillo a rendere noto l'accaduto sul suo profilo Facebook.

Il noto pizzaiolo aveva già l'infarto in atto quando si è recato in una farmacia dove subito è stato sottoposto a un elettrocardiogramma. L'esito dell'esame, grazie alla telemedicina, è stato sottoposto al vaglio dei sanitari di un centro che si trova a Brescia i quali, ravvisato l'imminente percolo, hanno lanciato l'allarme e Luciano Sorbillo è stato trasportato con un elicottero in ospedale a Catanzaro dove ad attenderlo ha trovato una equipe pronta a intervenire.


«Sembra un film - scrive Sorbillo che è ancora ricoverato nel nosocomio calabrese - mi sento male ma grazie all'elisoccorso, riesco a entrare in ospedale, al Pugliese Ciaccio di Catanzaro. L'equipe dell'Unita Operativa Utic diretta dal professore Antonio Vincenzo Ciconte mi ha riportato alla vita. Sono rinato grazie alla bravura dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario calabrese. Grazie a un elettrocardiogramma e un messaggio in telemedicina sono ancora vivo. Il mio cuore ha ceduto ma le mani dei medici dell'Ospedale Ciaccio Pugliese di Catanzaro mi hanno rimesso in piedi. Le cose forse dovevano andare così ma colgo l'occasione per dire che se oggi sono vivo lo devo alle persone che mi sono state vicine con amore e affetto, ai medici, al telesoccorso, all'elisoccorso e alla grande professionale medica del Sud Italia. Il Meridione è garbo, professionalità ma soprattutto umanità. Calabria mia».

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