L’inchiesta

Catanzaro, incassavano fondi Ue con false certificazioni: nei guai 7 aziende agricole e sequestro beni per 700mila euro

Gli imprenditori avrebbero ottenuto i contributi da Arcea per la conversione alle coltivazioni biologiche. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale su Richiesta dell’European Public Prosecutor’s Office (eppo) di Palermo

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di L. C.
5 maggio 2023
09:39

I finanzieri del comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro su Richiesta dell’European Public Prosecutor’s Office (eppo) di Palermo per l’ammontare complessivo di 713.377 euro.

Il provvedimento cautelare giunge al termine di accurate indagini condotte dai militari del gruppo di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Easy land”, iniziata nel 2022 nei confronti di sette cittadini italiani e delle aziende agricole a loro riferibili – operanti sul territorio del capoluogo calabrese e tutte beneficiarie di aiuti comunitari. Nell’ambito della P.A.C. (Politica Agricola Comune) e più in particolare nell’ambito del piano di Sviluppo Rurale Calabria (PSR) relativo alle annualità dal 2014 al 2020.


Nel dettaglio, i contributi erogati a favore degli indagati da A.r.c.e.a. (Agenzia della Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura – ente che canalizza i fondi provenienti dall’unione europea) risultano riconducibili ad un programma di aiuti comunitari finalizzato a sovvenzionare le ditte individuali che operano nel campo della coltivazione e che mirano a sviluppare sul territorio regionale la conversione dell’agricoltura tradizionale in quella biologica, in un periodo di sette anni.

I numerosi accertamenti condotti dai militari del gruppo di Catanzaro, in coordinamento con il procuratore europeo di Palermo, uniti all’analisi della documentazione acquisita presso A.r.c.e.a., hanno fatto emergere le presunte condotte truffaldine degli indagati, i quali per ottenere illecitamente l’affidamento dei terreni e dei relativi contributi comunitari, hanno prodotto false certificazioni che inducendo in errore l’ente pagatore che ha poi elargito le somme oggetto di sequestro.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta del procuratore delegato europeo dell’ufficio di Palermo, avvalorando le condotte illecite accertate dai finanzieri, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo del profitto del reato di truffa aggravata in danno dell’unione europea pari in totale a 713.377 euro, disponendo il sequestro delle disponibilità finanziarie e dei beni riconducibili agli indagati. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento i finanzieri del gruppo di Catanzaro hanno bloccato e conseguentemente sequestrato i conti correnti ed i beni immobili intestati agli indagati cautelando i profitti illecitamente ottenuti.

L’impegno della guardia di finanza nella lotta alle frodi nel settore della spesa pubblica mira ad un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti comunitari e nazionali, a sostegno della crescita produttiva, della leale concorrenza e dello sviluppo del paese e dell’Unione Europea. Gli indagati, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza.

Giornalista
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