‘Ndrangheta, a Gioia Tauro una via intitolata a Ferdinando Caristena

La Commissione toponomastica del Comune guidato da Giuseppe Pedà, ha accolto la petizione presentata da giornalista Klaus Davi in memoria dell’uomo ucciso per via della sua omosessualità
3 dicembre 2016
17:44
Il sindaco di Gioia Tauro
Il sindaco di Gioia Tauro

«Il Comune di Gioia Tauro sarà il primo in Italia, e a quanto si è potuto appurare nel mondo, a dedicare una via a un concittadino trucidato dalla 'ndrangheta solo perché ritenuto omosessuale e come tale indegno di appartenere ad una famiglia mafiosa».

 


Ad affermarlo, in una nota, è il giornalista Klaus Davi primo firmatario di una petizione con la quale si chiede «di intitolare una via cittadina - riporta il verbale allegato - al commerciante gioiese Ferdinando Caristena, vittima di un agguato mafioso occorso il 18 maggio 1990».

 

Ieri, fa sapere il giornalista, la commissione comunale con competenza sulla toponomastica di Gioia Tauro ha giudicato “meritevole” la proposta decidendo di “sottoporla - è scritto in un comunicato della Commissione - alla Prefettura per l'espressione del parere di competenza e per ogni altra valutazione di quell'ente. Si precisa che l'indirizzo della Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Pedà - prosegue il comunicato - prevede che vada coltivata la memoria di tutte le vittime innocenti, cadute a causa della violenza mafiosa affinché il ricordo dei tragici fatti che hanno caratterizzato il nostro passato impedisca il ripetersi di simili eventi in futuro”.

 

«Ferdinando Caristena - è scritto nella nota di Davi - morì assassinato da due killer perché, secondo quanto appurato dal processo seguito a suo tempo dal pm Roberto Pennisi ora alla Dna, ritenuto indegno di far parte di una famiglia mafiosa. Caristena, come certificò la sentenza in via definitiva, era completamente estraneo all'ambiente mafioso. Ringrazio in primis il sindaco Giuseppe Pedà per la sua sensibilità, il pm Roberto Di Palma e lo scrittore Umberto Ursetta - afferma Davi - che mi hanno aiutato a fare luce su questa terribile vicenda. Credo che dimenticare il sacrificio di Ferdinando sarebbe stato un oltraggio ulteriore alla sua memoria». 

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