Il duplice omicidio al bar del Reventino e la spirale di vendette

L'assassinio del penalista lametino si inquadra nello scontro territoriale tra le famiglie di 'ndrangheta dei Mezzatesta e degli Scalise
di Luana  Costa
3 marzo 2018
15:39

Vendetta trasversale. È questo il quadro all’interno del quale è maturato e si è consumato l’omicidio dell’avvocato lametino Francesco Pagliuso. Il contesto attorno a cui ruotano prima l’esecuzione del penalista e poi quella del ferroviere freddato a Catanzaro lo scorso giugno è quello degli attriti esistenti tra la famiglia Mezzatesta e la famiglia Scalise e la ferma volontà di vendicare Daniele Scalise, del cui assassinio gli Scalise reputava responsabile Domenico Mezzatesta, legato all'avvocato Francesco Pagliuso da un rapporto personale molto stretto oltre che professionale per essere - insieme al figlio Giovanni – rappresentato legalmente nel processo a loro carico per il duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo. Questi sono ritenuti dagli inquirenti soggetti legati a doppio filo al gruppo criminale Scalise e uccisi da Domenico e Giovanni Mezzatesta all'interno del Bar del Reventino gestito da Luciano Scalise, fratello di Daniele.

 


Il rapporto di fiducia

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Domenico Mezzatesta fu assistito dallo stesso avvocato Francesco Pagliuso nel periodo della sua latitanza e nello stesso arco di tempo durante il quale veniva ucciso Daniele Scalise nel giugno del 2014, ritenuto esponente di spicco dell'omonimo gruppo criminale di stampo 'ndranghetistico, operante nella cosiddetta zona della montagna lametina e a sua volta collegato sia alla cosca Giampà di Nicastro, sia alla cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte di Sambiase.

 

La lunga scia di omicidi

Il contesto criminale descritto dagli inquirenti è contraddistinto da una sanguinosa faida tra gruppi criminali contrapposti, di stampo 'ndranghetistico, operanti nel territorio di Lamezia Terme e dei paesi limitrofi. La dimostrazione risiederebbe nella spirale di omicidi verificatisi a partire dal gennaio del 2013 e fino al giugno del 2017, che si è dipanata partendo dal duplice omicidio Vescio-Iannazzo avvenuto nel gennaio del 2013, passando per gli omicidi di Daniele Scause avvenuto nel giugno del 2014 e quello di Luigi Aiello ucciso nel dicembre del 2014 e giungendo sino agli omicidi dell'avvocato Francesco Pagliuso e di Gregorio Mezzatesta, fratello di Domenico.

Lo scopo sarebbe stato quello di agevolare il gruppo criminale 'ndranghetistico Scalise, perseguendo la specifica finalità di consolidamento del prestigio criminale e del predominio sul territorio di competenza, nonché la volontà di affermare, attraverso il delitto in questione indubitabilmente connotato da caratteristiche tali da inquadrarlo nella categoria dei 'delitti eccellenti', la nascente supremazia del sodalizio criminale, approfittando altresì del vuoto creatosi a seguito della disarticolazione 'giudiziaria' delle tre cosche storiche lametine: Giampà, Iannazzo-Cannizzaro-Daponte e Cerra-Torcasio-Gualtieri.

 

Luana Costa

Giornalista
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