Sanità Calabria

Meno rischi all’ospedale di Lamezia con il neuro monitoraggio. Il primario: «Ci aiuterà a ridurre i viaggi della speranza»

VIDEO | Il device di ultima generazione è stato introdotto al Giovanni Paolo II e utilizzato per interventi alla tiroide. Consente di monitorare e preservare l'attività dei nervi durante le operazioni

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di Luana  Costa
27 dicembre 2023
15:10

Nim, il neuro monitoraggio intraoperatorio è il device di ultima generazione che consente di visualizzare l'attività dei nervi durante gli interventi chirurgici e preservarli da possibili rischi. La metodica, già utilizzata in altri ospedali calabresi, è stata di recente introdotta anche al presidio ospedaliero Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, e applicata durante una operazione di asportazione della tiroide su una paziente di 20 anni.

«Dal punto di vista tecnologico, è giusto sottolineare che questa metodica - il nim - in casi di interventi di tiroide si usa da tantissimi anni, anche nella nostra regione e in particolare nei centri hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, e all'università Magna Grecia» ci tiene a precisare il primario del reparto di Chirurgia Generale dell'ospedale di Lamezia Terme, Manfredo Tedesco. «La novità per la nostra azienda sanitaria - aggiunge - è che abbiamo utilizzato un device di ultima generazione».


L'apparecchiatura, dotata di una grafica più accurata, consente il monitoraggio durante la fase operatoria e al chirurgo di intervenire con maggiore precisione preservando i nervi laringei. «Questo ci offre la possibilità, e non soltanto qui a Lamezia Terme ma anche a Soverato, di allinearci e unirci alle altre unità operative della nostra regione che effettuano questi interventi per dare un segnale a tutti i pazienti e a tutto il territorio in modo tale da ridurre o partecipare alla riduzione della mobilità passiva che ancora esiste per interventi di tiroidectomia, eseguiti spesso fuori regione».

Anche gli ospedali spoke si dotano di apparecchiature innovative che contribuiscono ad abbattere le liste d'attesa attraverso l'esecuzione di interventi delicati evitando così ai pazienti lunghi viaggi, anche fuori dalla Calabria. «Il beneficio di questa metodica è quello di identificare intraoperatoriamente i nervi laringei e quindi - precisa il primario - salvaguardare l'attività di questi nervi e non soltanto visualizzarli dal punto di vista anatomo-chirurgico ma captare il segnale emesso da questo device e poi inserire nella cartella clinica le stampe che ci forniscono la certezza di aver trattato nel modo giusto il paziente». 

 

 

Giornalista
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